viaggio senza figliOggi sono una mamma folle. Nevrastenica. Agitata. Che succede? Parto, anzi partiamo.

Domani.

New York.

Sette giorni.

Senza bimbi.

Fantasticoooo pensavo fino a poche ore fa. Fantasticooooooooooooo, non sai come ti invidioooooo mi hanno detto tutte le altre mamme quando gliel’ho raccontato.

Ma intanto che l’ora X si avvicina l’angoscia dell’addio sale come una marea. Non riesco a controllarla. Il primo pensiero malevolo è comparso stanotte: e se l’aereo…. Uff. Che ragionamento idiota, eppure il pensiero sfiora.

Ora mi sento a metà tra una madre degenere che sta abbandonando i suoi cuccioli di 4 e 2 anni e una donna sana che parte per un viaggio con suo marito.

Sono in ottime mani, staranno con i miei genitori per questi sette giorni, c’è la tata, l’asilo, la scuola, tutto normale.

Non se ne accorgeranno neppure, vedrai.

Il tempo volerà e sarai già tornata indietro e rimpiangerai New York, la solitudine, l’intimità, il relax, le letture all’ombra, le serate tra le luci, gli spettacoli, i musei.

Scrivendo già mi calmo un po’, perché la bestia dell’angoscia è antipatica: sta tutta nella nostra testa. Mica parla, mica si confronta, lei sale sale sale come una bolla nel cervello e nello stomaco. Ma in fondo basta dirlo, è sufficiente nominarla, e piano piano svanisce.

La vita, e noi matrigne lo sappiamo bene, è fatta di incontri e distacchi, di benvenuti e addii. Da bambina non tolleravo che mia madre si allontanasse neppure per una serata. Forse l’angoscia che mi sale oggi è la stessa di quando ero piccina, di quando sono entrata all’asilo a 3 anni e tutti i giorni salutavo con la manina, alla finestra, la mamma che scendeva dal sentiero per infilarsi in macchina. La mia classe, neppure a farlo apposta, dava proprio sull’uscita e mi permetteva di seguirla con gli occhi finché scompariva…

I miei bimbi non sono me, però! Alla piccola ho mostrato un’immagine di un aereo che vola sopra New York e aprendo le braccia come le ali le ho detto: mamma e papà, bruuuuuuuuummmmmm, volano a New York. Poi tornano con tantissime caramelle, vestiti e giocattoli per te e il tuo fratellino. Al grande, che capisce molto bene, ho spiegato che staranno qualche giorno con i nonni, che la mamma e il papà vanno via come quando si sono sposati, che poi tornano con tanti regali. Lui ha detto, va bene. Anche se poi ha iniziato a indagare su quanti giorni…Speriamo non tenga il conto!

L’unica che non ha chiesto nulla, ma sarebbe partita di corsa con noi, è la sorellona. La sensazione è di pugnalare tutti al cuore, ma credo che quando sarò a bordo piano piano passerà. Vi tengo aggiornati e al mio rientro vi racconterò com’è andata davvero.

 


photo credit: Elen Schurova via photopin cc

Author

Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

3 Comments

  1. Benedetta

    Io me ne andai tre giorni a Parigi per lavoro, la mia bambina non aveva che un anno e mezzo e mi ricordo le telefonate in cui mi chiedeva quando tornavo all’inizio mentre alla fine non voleva più parlarmi.
    Quando tornai mi evitava come se l’avessi abbandonata ….mi sentii proprio una mamma degenere.
    E i pensieri se cade l’aereo etc etc li ho avuti eccome, in certi momenti così forte che sembravano proprio attacchi di panico….

  2. Nonna Maria

    Quando sono ben preparati penso che i bambini siano perfettamente in grado di capire e accettare che i loro genitori si prendano qualche giorno per stare da soli. Una mamma-acrobata a cui sono particolarmente legata, ha fatto un week-end con il marito per il decimo anniversario di matrimonio e il suo bambino di 6 anni le ha detto: “ma allora tu e il papà vi volete tanto bene se volete stare assieme da soli!”. Senza ulteriori commenti.

  3. Véronique

    Credo che ai bimbi gli faaccia bene una “rottura temporanea” del genere con la mamma. gli fa crescere, diventano più adulti, superano un piccolo evento che li fa sentire più forti. Anche io avrei l’ansia come te (ce l’ho già quando mi assento qualche ora la sera). Se avessi anche io dei nonni pronti a tenerli, come te prenderei il mio coraggio a due mani e mi lancerei a seguito del MaritoViaggiatore in qualche affascinante città straniera. Godetevi tutto, sarà tutto, tutto positivo – a patto che portiate anche un bel regalo ai nonni!!