Arriva un momento nella vita dei nostri figli in cui, per quanto difficile, è necessario venire a patti con il fatto che sono ormai diventati grandi e che muovono i primi passi nel mondo degli adulti in molti aspetti della loro vita. Uno di questi è il sesso, un tema ancora oggi spesso tabù per noi genitori, che facciamo fatica ad affrontare, per svariati motivi: imbarazzo, pudicizia, paura di porre la questione in termini sbagliati, rischiando di veicolare messaggi errati o comunque non liberi da quelle che sono le nostre convenzioni a riguardo.

In un mondo che va sempre più veloce però, in cui le fonti di informazione si moltiplicano continuamente, è dovere di noi adulti educare i nostri ragazzi all’affettività e alla sessualità, per proteggerli, per aiutarli a capire meglio e affrontare i cambiamenti che, a un certo punto, fanno capolino nella loro vita, in un’età di per sé difficile da gestire.

Come fare? Ne parliamo con la pedagogista Barbara Laura Alaimo, che oggi ci da alcuni preziosi suggerimenti su come affrontare la questione…

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Dove sta il problema?

Abbiamo risposto alle domande dei nostri figli sulla sessualità  fin da quando erano piccoli (l’abbiamo fatto, vero?)

Abbiamo sempre parlato con loro con serenità, semplicità e chiarezza.

E ora che sono adolescenti, dove è il problema? Cosa c’è di diverso?

Tutto ciò che abbiamo più o meno disinvoltamente raccontato loro circa l’affettività e la sessualità, succede qui e ora, proprio ai nostri figli, al loro corpo ormai adulto, al loro mondo emotivo in subbuglio e ai loro pensieri in crescita.

Allora prima di tutto ascoltiamo le nostre emozioni. Parlare di sessualità implica entrare in una sfera intima, in cui ognuno ha diritto ad ambiti di riservatezza. Significa parlare delle nostre emozioni ed esperienze, di ciò che viviamo e sentiamo.

Di cosa dovremmo parlare?

Quando parliamo di sesso con i nostri figli, parliamo di qualcosa di decisamente bello e prezioso.

Parliamo di piacere e desiderio.

“Dottoressa, mi sa che lei non capisce, qui con gli ormoni a mille, lei mi dice di parlare di desiderio e piacere? E’ come parlarmi di tiramisù proprio ora che sono a dieta!”

Esatto, il paragone è calzante. Come per l’alimentazione, per la sessualità non dovremmo parlare di dieta, non mangiare, privazione e divieti, ma del corretto regime alimentare, di ciò che ci fa stare bene, di ben-essere.

Con la differenza che fare l’amore non è come mangiare una lasagna. Perché il nostro piacere sessuale è legato all’altro, al suo piacere e al suo desiderio. E non è solo una sensazione fisica.

È pericoloso parlarne ad un adolescente?

Spesso l’educazione alla sessualità è basata sui divieti e sulla prevenzione di gravidanze indesiderate. È  curioso che poi i più grandi problemi della coppia negli anni siano l’assenza di desiderio e l’infertilità.

I nostri figli sono già interessati al sesso… e molto: qualsiasi sia il nostro orizzonte di valori, parliamogli di qualcosa per cui vale la pena impegnarsi e/o aspettare.

Ci vuole uno specialista!

Un esperto può consigliare, può parlare in modo preciso di contraccezione, solo un ginecologo può prescrivere un contraccettivo ormonale.

Ma una mamma e un papà (sì, anche i papà e specialmente con i figli maschi) possono accompagnare e fare la loro parte: dare le prime informazioni necessarie sugli aspetti genitali e riproduttivi, ma anche su quelli emotivi, attingendo alla proprie esperienza e con un linguaggio narrativo, raccontando e ascoltando.

Da alcuni studi, pare che le adolescenti accompagnate dalla madre dal ginecologo, abbiano più probabilità di assumere correttamente e continuativamente la pillola.

Non è solo una questione di informazione quindi.

Non crediamo che solo perché siamo nel 2014 i nostri figli sappiano tutto e correttamente: meglio se iniziamo a dirglielo noi.

Altrimenti restano  Internet e gli amici, che non sempre sono affidabili.

Se “ti lavi con la Coca-Cola dopo un rapporto sessuale” – affermazione sentita più di una volta in dieci anni di corsi di educazione affettiva in classe – al massimo appiccichi un po’, ma di certo non scongiuri una gravidanza.

Gli organi sessuali, se usati funzionano!

Anche la prima volta. Fare l’amore ha una dimensione riproduttiva, ma se il corpo di un adolescente è quello di un adulto, non è detto che lo sia il mondo emotivo e cognitivo.

Posso sapere esattamente come si usa un preservativo, ma in quel momento lì denso di voglia e di un po’ di ansia… ci sono trentenni che si vergognano di chiedere al partner di usarlo.

Ma gli organi sessuali, se usati, funzionano anche la prima volta.

Informiamo, perché nel 2014 esistono ancora le gravidanze precoci indesiderate e le malattie sessualmente trasmissibili. La contraccezione è un affare della coppia, anche quando parliamo di adolescenti. Non è una roba da donne. Diciamolo ai nostri figli, perché anche i maschi procreano e si ammalano.

E se questo argomento crea un tale imbarazzo da non poterne parlare con nessuno, suggeriamo agli adolescenti che forse non sono ancora pronti per affrontare questo passo.

Desiderio

Aiutiamo i nostri figli ad esplorare questa dimensione. Ad ascoltare il loro desiderio, a capire le differenti sensazioni che provano, a dare un nome alla propria voglia. A conoscere se stessi e insieme a rispettare il desiderio dell’altro.

Nemmeno un bacio è un diritto acquisito, se l’altro non ne ha voglia. Perché l’amore è bello se il desiderio di entrambi coincide, in quel momento e ogni volta. Altrimenti non ci resta che aspettare e renderci desiderabili.

Piacere

L’amore è strettamente connesso al piacere. Facile no? Eppure parlando con gli adolescenti (e non solo) si scopre che non è l’unico motivo per cui si ha un rapporto sessuale.

Convenienza, tappe obbligate, senso di colpa, paura, non sapere esattamente ciò che si prova, non avere la forza di dire di no, trattenere il partner. Per questi motivi non si dovrebbe fare l’amore o avere alcun tipo di intimità sessuale.

“Mi piace?” “Gli piace?”. Il piacere è qualcosa di fisico, ma anche un’esperienza emotiva. Le emozioni sono il navigatore: momento per momento ci informano su ciò che proviamo davvero e ci consentono di comunicarlo all’altro.

Noi genitori abbiamo il privilegio di accompagnare gli adolescenti nell’ educazione all’affettività e alla sessualità, partendo dall’educazione alle emozioni.

Ed è da questo che bisogna partire…

Per  chi avesse voglia di approfondire consiglio la lettura di  “C’era una volta la prima volta” di Fabio Veglia.

photo credit: ARACELOTA via photopin cc

Author

Sono Barbara Laura Alaimo, pedagogista per passione e professione, specializzata in relazioni educative e diplomata in counseling familiare e dell’età evolutiva. Moglie per scelta (coraggiosa di mio marito!) e mamma “per caso”, ma orgogliosa e sempre in crescita di tre creature di 11, 9 e 4 anni. Ho da sempre un sincero interesse per la famiglia, tanto che oltre alla mia, amo occuparmi di quella degli altri. Conduco gruppi per genitori, oppure lavoro individualmente con loro o con le famiglie; realizzo progetti presso scuole, enti e associazioni sui temi dell’educazione alle emozioni, la prevenzione delle prepotenze e del bullismo, l’educazione ad un uso responsabile delle nuove tecnologie e la prevenzione del cyberbullismo, l’educazione all’affettività e alla sessualità. Osservando i bambini, imparo quotidianamente l’importanza del gioco e della creatività, della curiosità. Mi sento soddisfatta di me e del mio lavoro quando riesco ad ascoltare davvero le persone che si rivolgono a me, quando aiuto qualcuno a ritrovare le sue risorse, quando accompagno i genitori a capire meglio i loro figli, piccoli o grandi che siano. In due parole sono… straordinariamente normale.