8 marzo, Festa della donna.
Giorno che da sempre spinge a fare un bilancio, purtroppo spesso dolente, sulla condizione femminile attuale. Anche ieri sul Corriere della Sera diversi articoli ci hanno rimandato l’immagine di un’Italia che segna il passo soprattutto per quanto riguarda il sostegno alla maternita’ e la possibilita’ di conciliare famiglia e occupazione.
Il World Economic Forum, nel suo rapporto “The global gender gap 2011”, ci pone infatti solo al 74esimo posto su 135 nella classifica internazionale relativa alla condizione della donna.
Sono dati ai quali ormai ci stiamo abituando ma che fanno sempre una certa impressione.
Nel corso del 2011 nella sola Regione Lombardia ben 4.468 donne, madri di bambini di eta’ inferiore a un anno, si sono viste costrette a dare le dimissioni.
Di queste ben 3.000 erano impiegate nel Commercio o nei Servizi e il timore e’ che l’estensione degli orari nella grande distribuzione non possa che peggiorare le cose in futuro.
Nonostante la crisi e le scarse possibilita’ di un reinserimento lavorativo successivo, quindi, sempre piu’ mamme si dimettono: segno che i servizi di sostegno alla famiglia attualmente esistenti sono evidentemente insufficienti.
Il tasso di occupazione delle donne italiane tra i 25 e i 65 anni che sono madri e’ del 63,9%; in Europa solo Malta ci e’ dietro, mentre Germania e Francia ci superano rispettivamente di 15 e 18 punti.
Possibile che per ottenere una conciliazione lavoro/famiglia si debba necessariamente guardare oltre confine?
Fonti: Corriere della Sera del 7 marzo 2012, articoli di Alessandra Mangiarotti, Rita Querze’, Gian Antonio Stella.
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