Save the Children sta promuovendo la sottoscrizione di un manifesto per un’educazione senza violenza e l’iniziativa mi trova molto d’accordo. Benché gli specialisti del settore siano ormai tutti unanimi nell’affermare gli effetti negativi del ricorso alle punizioni corporali, sia pure di lieve entità, i genitori che ricorrono a sculacciate o schiaffi sono ancora moltissimi, dalle statistiche addirittura in 1 famiglia su 4. C’è chi perde il controllo e poi è invaso dai sensi di colpa. E c’è chi difende il proprio comportamento con affermazioni del tipo “tanto ha il pannolino e non gli faccio male davvero” oppure “uno sculaccione non ha mai ucciso nessuno” o anche “a volte una sberla è l’unica cosa che lo ferma”.

Quali sono per il bambino le conseguenze del ricevere punizioni fisiche?

Parliamo dei danni che provoca il ricorso alla violenza come “pratica educativa” (che tale non è), anche senza considerare i casi estremi di maltrattamenti (che meriterebbero ulteriori e immaginabili approfondimenti).

Il piccolo impara moltissimo per imitazione. Se mamme e papà gli danno le botte lui si sentirà autorizzato nel darle ai compagni. Come insegnargli che non si picchia nessuno se siamo noi i primi a farlo?

Un’importante compito evolutivo è quello di imparare a mentalizzare, simbolizzare e verbalizzare le emozioni. Il genitore aiuta il figlio a crescere traducendo i suoi bisogni in parole e dando risposte adeguate. Il ricorso all’azione (mi arrabbio -> ti do una sberla) non è una modalità adulta di gestire i conflitti e se mamma e papà si comportano il tal modo sarà difficile per il bambino sviluppare abilità di contenimento delle emozioni.

Da quando iniziano a protestare, dire  “no” e poi “fare i capricci” nel periodo dei “terribili due” fino ad arrivare alle ribellioni adolescenziali i figli hanno bisogno di mettere alla prova i genitori per rassicurarsi della loro stabilità. I bambini e i ragazzi hanno grande necessità di sentire che ci sono dei limiti che li proteggono, dei genitori forti a cui possono far riferimento che restano sicuri di sé e capaci di dare sostegno e contenimento. Per questo è molto importante non farsi abbattere da capricci e proteste e provare a rimanere sereni e fermi nei “no”. Rispondere con la violenza ferisce profondamente il bambino che si trova a temere il genitore (a volte la sberla funziona davvero a far cessare il comportamento del piccolo, ma a caro prezzo) e non vederlo più come una sicurezza oppure a continuare a sfidarlo sempre di più per vedere dove arriverà (alcuni bambini reagiscono alle botte con apparente indifferenza e continuando anzi a comportarsi sempre peggio). Ricorrere alle percosse è un fallimento della prova a cui il bambino ci sta sottoponendo. E lo farà sentire più arrabbiato di prima o umiliato o spaventato, con nessun insegnamento.

Se le punizioni fisiche sono viste come le uniche metodiche possibili, vi pongo alcune domande. Quando poi sarà un adolescente più grande e forte di noi? Come svolgere una funzione educativa quando le sue sberle saranno più dolorose delle nostre? E’ invece importante insegnare a gestire le difficoltà in modo costruttivo. 

Come fare per evitare di ricorrere a schiaffi e sculacciate?

Innanzitutto è utile e costruttivo cercare di mettersi nei panni del piccolo e provare a vedere le cose dal suo punto di vista: così facendo molti dei suoi “capricci” verranno compresi come esigenze (un pianto disperato davanti ad un estraneo ad esempio o il rifiuto a vestirsi per uscire) e alcuni comportamenti sbagliati verranno letti sotto un’ottica diversa.

Per esempio, un piccolo di 12 mesi è incuriosito dal mondo e vorrà toccare le prese di corrente o mettere in bocca un mozzicone di sigaretta trovato per terra: certamente andrà fermato ma la causa del suo comportamento è comprensibile e legittima e molto probabilmente cercherà più volte di soddisfare le sue curiosità malgrado i “no”. Non c’è comunque motivo di arrabbiarsi né di dargli schiaffetti sulle mani che non capirà e non lo aiuteranno. Oppure se alla stessa età o anche oltre si dimena sul fasciatoio scalciando e opponendosi alla vestizione infuriarsi e sculacciarlo non è una buona idea: immedesimandosi in lui si può capire che ha fretta di tornare a giocare e non capisce perché deve essere imbrigliato in manovre per lui noiose e fastidiose! I calci non sono intenzionalmente diretti a farci male. Cerchiamo quindi di sbrigare in fretta la faccenda distraendolo con giochi e oggetti.
Un bimbo di due anni che difende a spintoni il proprio gioco va sicuramente ripreso spiegandogli che non ci si comporta così. Comunque gli si può comunicare la nostra comprensione cercando di capire che dal suo punto di vista il gioco è suo e non vi è motivo di condividere, a costo di difendere fisicamente la cosa a cui tiene!

O ancora: un  bambino di tre anni che pesta i piedi urlando o si butta per terra alla notizia che bisogna lasciare il parco-giochi per tornare a casa fa sicuramente esasperare. Mettendo un po’ da parte la nostra fretta si può facilmente capirlo: perché mai dovrebbe accettare di buon grado di abbandonare i divertimenti? Gli si può quindi dire che sappiamo che è arrabbiato e prospettargli qualche attività piacevole che lo aspetta al rientro, così da motivarlo a muoversi. Empatizzando con le sue esigenze fin da prima gli si può anticipare il momento del ritorno in modo concreto: “ancora 3 scivolate/2 giri in giostra/una corsa attorno al parco e poi andiamo via”.

Di solito già il fatto di mettersi dal punto di vista del bambino e vivere i suoi comportamenti come legittimi per l’età e non come azioni contro di noi smorza l’istinto di passare alle mani.

Bisogna anche tener conto di possibili momenti di difficoltà e disagio del bambino che lo rendono più irritabile e reattivo o anche del fatto che potrebbe essere stanco e nervoso. “Capricci” o scoppi di ira serali probabilmente si risolveranno mettendo il bimbo a dormire. Aggressività e nervosismo persistenti talvolta richiedono un approfondimento se si teme possano essere sintomi di qualche problematica.

Se ci si rende conto che proprio si perde il controllo e il ricorso alla violenza è frequente e inevitabile allora è il caso che l’adulto faccia un lavoro su di sé per capire le cause della sua rabbia e imparare a gestirla diversamente.

Quali le soluzioni alternative alle sculacciate?

Innanzitutto vanno evitate anche le parole pesanti, le offese al bambino e tutte le affermazioni che minano la sua autostima. Si rimprovera il comportamento sbagliato e mai il bambino! Mai dire “sei cattivo/stupido/un disastro etc” ma “ti sei comportato male/non mi piace quello che hai fatto/questa azione è sbagliata”. Rinforzare sempre i comportamenti positivi con apprezzamenti e lodi, anche quelli che si tenderebbe a dare per scontati. La “ricetta” giusta è fatta di rispetto, pazienza e fermezza. Essere coerenti, non urlare, avvertire prima di prendere provvedimenti.

I modi per arginare proteste e comportamenti sbagliati varieranno in base all’età, al temperamento dello specifico bambino e alla gravità di quanto sta facendo di inaccettabile.

Con i più piccoli la tecnica migliore è quella di dire “no” fermi e coerenti, pochi ma stabili (è bene che la casa sia il più possibile sicura con poche cose proibite), e poi distrarli con giochi diversi proponendo un oggetto sicuro in cambio di quello pericoloso.

Man mano che cresce può essere utile il ricorso al “time out”, ovvero un luogo prestabilito e dedicato solo a questo scopo in cui il piccolo starà il tempo necessario a calmarsi da una crisi prendendo una pausa dal problema. Le proteste esasperate vanno disapprovate e poi ignorate finché non saranno espresse in modo accettabile.

E’ buona cosa proporre delle scelte tra due alternative accettabili: vuoi il maglione blu o quello rosso? Vuoi andare a piedi o in passeggino? Ovviamente non si discute sul maglione di per sé né sulla necessità di uscire, ma dandogli uno spazio di scelta.

Più il bambino è grande più sarà possibile spiegargli il perché dei comportamenti da evitare, prima con parole molto semplici poi arrivando a negoziare con lui quando ne avrà le capacità.

Quando possibile lasciargli sperimentare le conseguenze delle sue azioni (se lancia quel gioco si rompe, lasciare che lo rompa). 

“E’ successo una sola volta. Gli avrò causato un trauma?”

Certo che se una o due volte nella vita capita di perdere il controllo e dare una sculacciata o una sberla non è una tragedia. In una situazione davvero esasperante uno schiaffo, proprio per il fatto di essere una cosa eccezionale che non si verifica mai, può assumere quella funzione di “stop” e di limite che il figlio sta cercando e probabilmente resterà impresso nella memoria (anche se non è infrequente che ci si ricordi l’evento e non il motivo per cui lo si è preso!). Questo però solo se è stato un caso isolato che non si ripeterà e comunque meglio mai che pochi. Il rischio poi che diventi una modalità consolidata è alto.

 

a cura della dott.ssa Irene Koulouris – psicologa psicoterapeuta

 

photo credit: iStock.com/Nastia11

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63 Comments

  1. Gentile Dr.ssa Koulouris, ho letto con interesse questo articolo, di cui condivido pienamente i contenuti. Non ricordo in che libro, ho letto questa frase emblematica: se le sberle servissero, ne basterebbe una sola, la prima. La verità è che i figli non smettono mai di “metterci alla prova”, con o senza sculacciate. Tantovale fare a meno di gesti violenti (anche se non si fa male)…
    Vorrei chiederLe un parere sul fatto che i bimbi imparino per imitazione: il mio figlio minore (16 mesi) spesso dà schiaffi e botte. In casa non ha mai visto dare sberle/sculacciate, nemmeno dalla sorella. Io “blocco” i suoi gesti violenti, sia quando sono di stizza, sia quando lo scambia per un gioco (lo fa ridendo, ma più spesso col chiaro intento di “sfidarmi”), e contemporaneamente gli dico NO! Però mi domando perchè lui abbia questi atteggiamenti, visto che non fanno parte di quel che vede, che impara in famiglia.
    Grazie in anticipo, Papilla.

  2. dr.ssa Irene Koulouris

    Innanzitutto grazie per l’interessamento all’articolo e per la questione stimolante che propone!
    Dunque…
    I bambini imparano ANCHE per imitazione, ma non solo. Gli schiaffi e le botte di un bambino così piccolo possono, e nella maggior parte dei casi hanno, anche altre cause.
    A 16 mesi anche un’intenzione di carezza o di contatto con uno slancio entusiasia può diventare una sberla se il bimbo ancora non ha imparato a dosare la forza e questo senza che vi sia nessuna intenzione aggressiva.
    Oppure in alcuni casi, come anche lei riscontra nel suo bambino, le botte possono essere date “per gioco”, oltre che come espressione di rabbia o sfida al genitore. A quest’età è normale che le energie, sia quelle gioiose che quelle aggressive, passino attraverso il corpo e vengano espresse e scaricate in modo motorio. E’ una cosa fisiologica, non “imparata” da nessuno e i bimbi più vivaci ed energici è frequente che “diano botte”. Il gesto “violento”, fisico, è istintivo nei più piccoli. E’ compito dell’adulto contenerlo, disapprovarlo e metterlo in parole per favorire quel processo di simbolizzazione e crescita di cui parlavo nell’articolo (Oppure reindirizzare il gesto fisico/energico verso qualcosa di consentito, come un cuscino o un pupazzo!)
    Questo vale in linea generale, vi sono poi bambini particolarmente rabbiosi in cui le sberle assumono una valenza diversa che andrebbe valutata osservando di persona lo specifico bambino.
    Grazie ancora per la domanda a cui spero di aver dato risposta. E auguri per i suoi bambini!

    • In effetti le “botte” a cui mi riferivo sono palesemente una sfida o un gesto di rabbia, non sono carezze “venute male”, per intenderci.
      Ho proprio due bambini molto diversi, la prima rarissimamente è ricorsa al gesto violento, e di fatti non apprezza particolarmente giochi come la lotta coi cuscini, anzi, osserva, senza partecipare attivamente, a metà tra il divertito e lo stupito, come se il gesto violento per quanto “gioco” proprio non le appartenesse.
      Mentre per il piccolino…. è pane per i suoi denti!

    • [quote name=”dr.ssa Irene Koulouris”]
      A 16 mesi[/quote]

      adesso ha circa 28 mesi, e la situazione è di molto rientrata. Ora distingue perfettamente carezze e gesti violenti come sberle e “botte”. Per cui è anche più facile intervenire, perchè le “botte” che a volte dà sono proprio “botte”: nessuna possibilità di equivocare.
      Devo dire che qualche sberlotto ogni tanto lo rifila ancora alla sorella, e lì viene ripreso e di solito gli viene chiesto di domandare scusa. Mi è capitato qualche volta, di ripetere su di lui il gesto “antipatico” come uno spintone, o una sberla (ovviamente dosando la forza!!), e di chiedergli poi se avesse capito come si era sentita sua sorella nel ricevere quel gesto da parte sua.
      Sono tutto sommato contenta perchè al nido non ha mai questi comportamenti, e nemmeno in situazioni come parco giochi o feste con altri bambini (anche prepotenti nei suoi confronti). Sono contenta che non abbia individuato il gesto “violento” come risposta, nè come approccio agli altri. E’ ancora piccino, non considero il capitolo chiuso (non dormo sugli allori…), ma credo che la nostra scelta di non usare MAI gesti violenti per sgridarlo/punirlo stia dando i suoi frutti.
      La ragionevolezza che pretendiamo ci sforziamo di dargliela anche da parte nostra.
      Mi intristisce molto leggere di certi altri “metodi”, davvero penso a quei bambini e ai loro genitori come vittime (di se stessi nel caso dei genitori), quando addirittura affermano di aver provato gratitudine e sentito più amore nei confronti dei loro genitori, ho fatto quasi fatica a leggere certe descrizioni…
      papilla

  3. mammamucca

    che sono del tutto daccordo con la politica della non violenza, che di certo i messaggi paradossali creano solo confusione, mi chiedo:
    -ma come si fa a mantenere la calma dopo la 5volta che un bambino al di sotto dei 3 anni butta per terra di tutto per poi giocarci sopra?
    -qual e’ la giusta ed equilibrata reazione quando un figlio “fa male” al fratellino o sorellina piu’ piccolo?tipo lancio di giochi addosso, spintoni,trattenimenti ecc?
    -e poi la prego, mi spieghi lei come ci si comporta davanti ad un figlio che di stare fermo nel posto designato per sbollire la rabbia, nn ha alcuna intenzione di starci 😡
    io sono 15 mesi che ripeto le stesse cose a mio figlio ma, lui continua con gli stessi atteggiamenti! eppure e’ un bambino sveglio,dolce,tenero, affettuoso ma, anche testardo, insolente
    io lo sgrido e lui mi guarda con aria di sfida
    mi e’ capitato di dargli un puffetto al culetto un paio di volte,e’ vero che sono contro ma e’ pur vero che sono una mamma con tanti limiti, e l’esasperazione e’ uno dei miei limiti, e lui si e’ sentito ovviamente ferito, offeso, xche’ ero stata proprio io a darlgli un buffetto ma, dopo 3 secondi eravamo punto e da capo :Pirate:
    cosa ne pensa?

    • dr.ssa Irene Koulouris

      …Mi scuso per il ritardo con cui le rispondo

      1) Come mantenere la calma… C’è da chiedersi che cosa fa davvero arrabbiare nel comportamento del bambino. Come dicevo nell’articolo, mettersi dal punto di vista del piccolo può aiutare a capire e non perdere le staffe. Se la propria rabbia resta eccessiva forse c’è qualcosa che riguarda la propria storia personale e le proprie dinamiche che vale la pena di indagare.
      Se a buttare tutto per aria è un bambino di 12-18 mesi direi che è un comportamento inevitabile e non è pensabile pretendere che capisca che non va fatto. per lui è divertente! Più avanti si può giocare con lui a rimettere a posto a fine giornata, finchè non sarà garnde a sufficienza per interiorizzare la regola e fare da solo

      2) Sul rapporto tra fratelli scriverò più a fondo a breve.
      Non andrebbe mai permesso che si facciano male, niente spintoni, lanci di giochi etc.
      I provedimenti da prendere variano in base all’età, per questi comportamenti sbagliati come per tutti gli altri (dall’allontanamento, alla spiegazione etc), mostrando comunque comprensione per la rabbia che ha scatenato la reazione aggressiva (“capisco che tu sia geloso/che ti faccia arrabbiare quando tuo fratello…, ma…”)

      3) Time out: se da solo non resta nel luogo del time out si può restare lì con lui. Oppure se proprio non resta fermo in un posto in quel tempo dirgli che per noi è invisibile e ignorarlo come se non ci fosse

      La fase dell’opposizione e dei no è esasperante per tutti i genitori. Fa parte della loro crescita e “fare i capricci” è un loro compito (così come lo sarà nuovamente in adolescenza, con modalità diverse)! Il nostro è cercare di reggere al meglio

  4. @ mammamucca anche mia figlia é cosí! Ha quasi 22 mesi e mi quando le dico di no o la sgrido mi guarda con aria di sfida e ride! Una volta dopo l’ennesima volta che le ho detto di non sputare mi é scappata una sberletta e l’ho messa nel suo letto. Chiaramente mi sono sentita la peggiore mamma del mondo e quando sono andata a riprenderla si é rimessa un pezzo di carota in bocca e l’ha risputata guardandomi dritta in faccia…

    Dottoressa Koulouris vorrei chiederle se é vero che non va bene castigarla mettendola nel lettino (da cui non puó uscire)?
    Quando si puó iniziare con la tecnica del time out?
    Grazie!

  5. dr.ssa Irene Koulouris

    @ele

    I quesiti che mi pone sono di competenza psicopedagogica….
    Comunque sì, sarebbe meglio scegliere un luogo “neutro” non deputato ad altre attività: il lettino rischierebbe di diventare un posto “ostile”. Sarebbe meglio lasciare che resti un posto per il sonno sereno, non associato ad altro.

    Col time-out si può iniziare verso i 18-24 mesi, a seconda del bambino. Quando sembra pronto per capirne il senso e manifesta necessità di “stop” e contenimento

  6. egregia dottoressa,

    sono padre di un bimbo di 22 mesi. Assieme a mia moglie cerchiamo in tutti i modi di crescerlo ed educarlo nel modo migliore. I dubbi sono tanti. Le perplessità e le incertezze a volte ci mettono in difficoltà, soprattutto quando la risposta non si riesce a trovare sui libri o su internet.
    da sempre Edoardo, bimbo vivace e sereno, ci mette alla prova compiendo un gesto che noi in ogni modo abbiamo tentato di fermare. Quando lo prendiamo in braccio, din dai primi mesi, ci fissa in volto e ci da una sberletta sulla guancia. Lo fa quando è arrabbiato, quando gli si dice di no, e in questi casi posso comprendere che il gesto sia una reazione al “NO”. MA spesso lo fa senza motivo. Rientro la sera, dal lavoro, lui mi viene in contro. lo prendo in braccio e lui aza il braccio e fa per colpirmi in faccia. Da piccino lo faceva quasi solo con me…raramente con la madre. Abbiamo tentato prima con l’indifferenza, poi col dirgli che non si fa, poi ancora con un richiamo più forte, a volte pure con degli sculaccioni non forti, gesto solo plateale, non violento (che sia io che mia moglie odiamo…e che ci fa soffrire ogni volta).
    col passare dei mesi il gesto si è ripetuto sempre meno… eravamo quasi sicuri che fosse passata… e invece, in questi giorni, è tornato a palesarsi. la sera, dopo il bagno la mamma se lo prende in braccio e prima di dargli la ciuccia col latte, gli chiede un bacio per la buonanotte. Lui la guarda, ride, lesi avvicine e invece di un bacetto le molla un ceffone. La mamma si arrabbia e gli chiede del perchè, gli dice che è un brutto gesto, e lui, ridendo, va per darle un antro ceffone.
    Ch fare? sgridarlo? alzare la voce? minacciarlo di metterlo a letto senza latte? Il bimbo non vuole bere il latte in braccio mio…vuole solo la mamma…. lei quindi lo “minaccia” di non dargli più il latte….dicendogli che lo berrà con me…e lui ovviamente piange…ma non si dimostra dispiaciuto per il gesto.
    Io spero ovviamente che lo schiaffo non sia spinto da rabbia, o risentimento nei confronti della madre, o mio. Sono portato a pensare (ma magari sbaglio) che in bimbo di 22 mesi non possa portare rancore o provare rabbia e dimostrarla con gesti quali sberle).
    Quando sta giocando e devo prenderlo in braccio per portarlo in cucina per mangiare, o perchè sta per aprire un’anta che non deve essere aperta, lui si dimena e per protesta spesso tenta di darmi delle testate, a volte facendomi e facendosi male…ma questi posso comprenderli, sono gesti di protesta, non li approvo, vorrei fargli capire che non è il modo corretto di reagire ad un “No” ….

    la ringrazio per l’attenzione e per il tempo rubato alla sua attività….

  7. Condivido molto l’articolo fintantoché che si parla di bambini in età compresa tra 1 e 36 mesi. Con i bambini dai tre anni in su, invece, sostengo il metodo delle sculacciate.

    Naturalmente sono del tutto contrario alle seguente violenze: sberla, alzata di voce, sculaccione volante, NO deciso, pedata, ricompensa facile, scappellotto, regole ripetute più di 3 volte, scapaccione, lancio di oggetti, urlaccio, colpo con la scopa, dialogo insistente, punizioni privative (togliere un giocattolo o la tv) e costrittive (costringerlo a fare qualcosa o rimediare a un danno) castighi (impedirgli di uscire) e quant’altro che non solo sono diseducative ma spesso producono l’effetto contrario.

    Un bambino fino ai 3 anni si educata solo con la pazienza. Dai 3 anni in poi, fino a quando non avrà imparato a osservare le regole solo grazie al dialogo, va educato anche con i premi e le sculacciate. So bene che in Italia quanto dico è incomprensibile (o almeno lo è oggi) ma tant’è: le sculacciate devono essere quelle all’americana, cioè abbastanza numerose e abbastanza brucianti, sul sederino nudo e tenendo il figlio prono sulle proprie ginocchia. La sgridata deve essere pacata e autorevole.

    Quelli che sostengono che le sculacciate siano una violenza sopra i 3 anni, sono i classici “io ho studiato e ho il supporto della scienza”, oppure quei pochi che hanno figli perfetti con cui basta sempre il dialogo. Ma chi ha ragione lo stabilisco i fatti, i risultati, non le teorie. E i fatti dimostrano che con il 99% dei bambini i moderni metodi scientifici non solo non funzionano, ma sono forieri di violenza e trasgressione, mentre chi invece viene sculacciato secondo la citata procedura cresce sano e sereno (almeno negli US e nel Canada).

    Approvo le campagne contro i maltrattamenti, ovviamente. Però, secondo me, le crociate anti-sculacciate sono inutili. Credo che invece di proibire per le legge le sculacciate, bisognerebbe semplicemente insegnare alle mamme e ai papà ad applicarle correttamente. Lo so che è più facile dirlo che farlo, ma se qui in Europa nessuno ci prova mai è perfino inutile starne a discuterne.

    In ogni caso il concetto “come non sculaccio mia/o moglie/marito è giusto che non lo faccia a mio/a figlio/a” è senza senso dato che per ogni età sono necessarie punizioni logiche in funzione dell’età. Non si può dare una multa o il carcere a un bambino, come non si può sculacciare un adulto.

    E’ privo di senso anche il concetto “se sculaccio mio figlio, egli non può certo capire che non deve picchiare gli altri bambini”, infatti il bambino dopo i 3 anni comprende il concetto di punizione e l’accetta. Quando picchia un altro bambino, egli non applica detto concetto; si sta semplicemente confrontando, la sua è soltanto una prova di forza.

    I miei genitori mi hanno sculacciato come ho spiegato, dai 3 agli 8 anni circa, e hanno fatto molto bene. Non sono mai stato recidivo e dopo la seduta forse gli volevo anche più bene di prima. Inoltre sono sempre stato molto bravo a scuola.

    Buona giornata a tutti

    • Sono piuttosto d’accordo. Avendo ricevuto le sculacciate tra i 3 e i 7 anni non le ho mai trovate umilianti.
      Per me e mio fratello era perfettamente normale che per sculacciarci la mamma ci mettesse a pancia in giù sulle sue ginocchia e prima di iniziare abbassase pantaloni e mutande. Di solito i bambini non provano nessuna vergogna nel farsi vedere nudi dai genitori quando sono piccoli figuriamoci se si tratta solo di avere il sedere in vista per qualche minuto.
      Posso assicurare che il bruciore al sedere è miracoloso per l’apprendimento delle regole quando dialogo e spiegazioni non sono servite a niente. Vorrei anche sottolineare che è importante non umiliare il bambino sculacciandolo davanti ad altri, come è importante non umiliarlo sgridandolo o peggio urlando davanti ad altri. Le sculacciate volanti non servono a nulla, tanto vale non darle.
      Le sculacciate sulle ginocchia di mamma e papà servono invece come ultima spiaggia, ma pur sempre punizione. Ovviamente non va usata per ogni comportamento sbagliato o capriccio, ma nelle situazioni in cui il bambino trasgredisce di proposito nonostante sappia benissimo ciò che non deve fare.
      Anche in giro è pieno di bambini a cui i genitori dicono venti volte di fila di fare o non fare una cosa, ma nonostante questo continuano a volte pure divertiti. Ecco questi sono i casi in cui se ogni tanto si ritrovassero a prendere sculaccioni nel classico modo imparerebbe dov’è il limite.
      Da piccola ricordo che per un periodo circa a 5 anni buttavo cose giù del terrazzo, mia madre mi ha detto un mucchio di volte di non farlo perchè avrei potuto colpire qualcuno, ma io continuavo e probabilmente come a volte fanno i bambini, con aria di sfida.
      Ecco un bel giorno mi ha portato in salotto e mi ha spiegato diversamente che le cose dal terrazzo non si buttano e perchè cioè sotto una pioggia di sculacciate. Bè cose dal balcone non ne ho più buttate e quando una volta l’ho visto fare a casa di un amico ho pensato che fosse pericoloso non perchè la conseguenza era prenderle con le mutande giù, ma perchè gli oggetti avrebbero potuto colpire qualcuno.
      Non ci devo nulla di aberrante nell’usare l’espressione “sederino rosso” o simili. Il sedere rosso è solo un’ovvia conseguenza della punizione e non perchè sia eccessivamente severa. Come ben sa chi le ha prese così e date ai propri figli, bastano una decina di sculaccioni per arrossare il sedere e una decina di sculaccioni non traumatizzano nessuno (le sedute di mia madre ne comprendevano molte più di dieci e ovviamente la forza va dosata nessuno intende procurare chissà che dolore!).

      • Ezechiele

        Essere sculacciati per un bambino non è umiliante?
        Quale perverso ragionamento La porta a questa conclusione?
        Devo dedurre che se lei adesso adulta facesse qualcosa di sbagliato al lavoro, il suo “capo” sarebbe autorizzato a farle il culetto rosso.
        La distinzione che fa tra adulto e bambino è abominevole, Lei come adulta può sculacciare il bambino perché lei presuppone che il bimbo non provi vergogna o non si senta umiliato.
        Un giorno il bambino sarà grande e quando lei sarà anziana e quindi nuovamente bambina userà gli stessi metodi che sono stati usati su di lui quando era impotente dinnanzi all’adulto, non prende le medicine? vai con la violenza verbale, gli strattoni o peggio ancora abbandonata in una casa di riposo.
        Dopo tutto potrà cavarsela con un “è anziana e non capisce”, oppure “con la vecchiaia è diventata testarda” oppure con un “quando ero piccola me le dava.”
        Basta essere pazienti, quando sarà un giovane adulto non commetterà più errori, se non si ha questa pazienza allora è meglio non mettere al mondo dei bambini.
        Le mani non si alzano MAI, colpire un bambino lo priva della sua dignità, così come spaventarlo con minacce.

        • Guardi io non ho mai fatto nulla delle schifezze vendicative che lei descrive verso i miei genitori anziani perchè da bambina mi sculacciavano. Lei decide a che ora i suoi fgli bambini piccoli devono andare a dormire o cosa non possono guardare in televisione? Suppongo di sì. Tollererebbe che il suo capo lo facesse con lei? Credo di no. I genitori decidono se il figlio di 14 anni può uscire, il capo può deciderlo con i dipendenti? No. Le piacerebbe se il suo capo le facesse il bagno? Eppure i genitori lo fanno ai figli. I genitori hanno il compito e il diritto di educare i propri figli. Mentre il capo non ha nessun diritto di educare i dipendenti, nè l’inserviente di una casa di riposo gli anziani.
          Strattonare un anziano è illegale, far ingerire medicinali a un adulto contro la sua voltà è illegale. Una decina di sculacciate date ai figli, dato che ovviamente si dosa la forza, non rientrano nell’abuso dei mezzi di correzione. Dare una sberla è diverso che mollare uno schiaffo tale da fare danni, proibire di uscire un pomeriggio è legittimo, segregare il bambino in casa è un sopruso. Non ho mai conosciuto qualcuno rimaso trumatizzato per una decina di sculacciate, non siamo ridicoli! Lei parte dal presupposto che un bambino di 4-6 anni si vergogni per il fatto che i genitori gli vedono il sedere tra le mura domestiche. Mi sembra strano che non capisca la differenza del rapporto tra genitori e figli e quello tra colleghi di lavoro. Inoltre che si sculacciano i bambini perchè ci si approfitta della loro debolezza è un SUO pensiero. Ogni metodo che non sia dialogo o esempio andrebbe usato in via eccezionale. Gli adulti che infrangono alcune regole possono scontare anni di prigone. Ci metterebbe in prgione un bambino? Spero di no. Mi sembra ovvio che i metodi siano diversi. Io le due volte che ho ricevuto un castigo del tipo “per una settimana non puoi fare questa cosa” l’ho ritenuto molto umiliante. Le sculacciate duarno 30 secondi.

        • E sottolineo che gli strattoni e le offese verbali non le ho neppure nominate. I miei genitori non mi hanno mai insultato, nè dato schiaffi sul viso, nè tenuto il muso, nè urlato contro di me o fatto scentate in pubblico, come oggi succede spesso e inutilmente. Comunque che un bambino piccolo si vergogni di prendere sculacciate in casa sua e in presenza di sua madre o di suo padre è un suo pensiero. Io non ho mai provato vergogna verso i miei genitori. E ho con i miei figli, oggi ventenni un bellissimo rapporto.

          • Mi sembra abbastanza perverso pensare che qualcuno picchi un anziano genitore perchè da piccolo ha ricevuto da lui/lei sculacciate. Cioè l’immagine del bambino che diventa adulto e aspetta che il genitore diventi vecchio e debole per vendicarsi è abominevole. In un tribunale non credo che possa cavarsela dicendo “è testarda e non capisce” o baggianate di questo tipo. Comunque a nessuna persona sana verrebbe in mente di maltrattare un anziano perchè decenni prima questo gli dava delle sculacciate. Cioè una persona che a 60 anni maltratta la madre di 90 perchè questa 55 anni prima dave delle sculacciate sul sedere. Ma sta scherzando??? Tra l’altro quando si ha qualcosa da rimporverare ai genitori si tira fuori da adolescenti o adulti. Poi non so se lei invece aspetta che diventino vecchi per vendicarsi di qualcosa.

  8. Ciao a tutti,
    personalmente mi sento allineato con il pensiero del giovane Goku: fino a 3 anni educare il bimbo esclusivamente con la PAZIENZA. Dopo i 3 anni, anche premi e sculacciate.
    Ovviamente niente ceffoni, sgridate, dialogo insistente, ricompense continue… insomma ai metodi diseducativi in generale.
    La cosa che mi lascia veramente perplesso è la criminalizzazione pedagogica delle sculacciate anche dopo i 3 anni. Credo che esprimere giudizi sulle sculacciate, spetti a chi ha esperienza in merito, piuttosto che a chi non ne ha.
    Ovviamente un bambino ha bisogno anzitutto di DIALOGO, incentivi e serenità per capire, ma le mamme anti-sculacciate non sono quasi mai all’altezza di comprendere davvero il mondo dei fanciulli – e in particolare quello dei maschietti del quale davvero sanno poco e niente – in quanto si tratta di donne che basano i propri concetti di formazione psicologica su insegnamenti educativi che sono fortemente strumentalizzati dalla psicopedagogia moderna di stampo bambinista (iper-tutela del bambino).
    Come ha detto Goku, nella vita contano i fatti, non le teorie, e i fatti sono sotto gli occhi di tutti: i moderni metodi scientifici cosiddetti “milleriani” sono forieri di maleducazione e bullismo.
    Bisogna prendere atto del fatto che con i bambini dai 3 anni in su, fatto salvo qualche eccezione, il dialogo e le ricompense non bastano e le sanzioni verbali come i NO decisi e le punizioni generiche sono controproducenti.
    Le sculacciate, invece, ovviamente date a dovere (le uniche che conosco sono quelle descritte da Goku – scusate se sono americano anch’io), sono assolutamente benefiche: correggono perché favoriscono l’autocontrollo e rinforzano la memoria. Infatti gli educatori le criminalizzano proprio perché altrimenti non venderebbero più i loro manuali e non avrebbero più bambini da tutelare. E’ indubbio che le sculacciate, come ben sa chi le ha prese con metodo, non solo non generano paura e violenza, bensì coraggio e umiltà. Tutti dicono il contrario, ma non hanno esperienza, inoltre vi faccio notare che NON esistono dati scientifici sulle sculacciate, ma solo sui maltrattamenti. Urge, quindi, sottolineare che “sculacciate” non significa “botte” e quant’altro leggo (pedate, sberle, legnate, parolacce, pugni…).
    Le regole, care mamme, sono regole, piacciano o meno. E quando ogni altro tentativo rieducativo non riesce, allora bisogna mettersi il bambino sulle ginocchia e fargli il sederino rosso. In questo modo, anche se sarà difficile capirlo in Italia per ovvi motivi (ovvero 3 decenni di stampa di tipo buonista), in lui si infonderà un senso di fiducia e di sicurezza verso i genitori e verso sé stesso.
    Sarebbe molto importante che i genitori capissero che per essere autorevoli bisogna necessariamente essere anche autoritari. Secondo me non è difficile capire che un bambino non è un piccolo adulto e non è difficile immedesimarsi nel bambino. Io ricordo tutto della mia infanzia già a partire dai 3 anni. E’ sbagliato affermare concetti della serie: “se non sculaccio un adulto, perché mai dovrei sculacciare un bambino?”… “se sculaccio un bambino come può capire che lui non deve fare a botte con gli altri?”… io mi rendo conto dell’assurdità di simili ragionamenti, spero di non essere l’unico.
    Quasi nessuno ormai viene sculacciato ed è evidente quanto i bambini siano abili a far credere alle mamme ciò che esse vogliono vedere. Tanto alle mamme non diranno mai cosa combinano a loro insaputa… sanno che le mamme sverrebbero.
    Non ho altro da aggiungere e invito chiunque abbia capito che il mio non è uno sproloquio senza senso, bensì profonda osservazione ed esperienza di vita, a leggere questo articolo:

    http://www.adiantum.it/public/538-una-sculacciata,-solo-quando-serve,-ha-sempre-dato-ottimi-risultati.asp

    Un caro saluto a tutti,

    Ron

  9. dr.ssa Irene Koulouris

    Cio’ che davvero mi inquieta in questo commento in duplice copia è il piacere sadico che impregna tutto il "tratatto" e che culmina nella triste descrzione del "sederino rosso". Chissà se trova origine nelle sculacciate ricevute nella propria infanzia e nell’identificazione coi propri genitori che spesso è così difficile mettere in discussione…
    C’è chi reagisce in questo modo (talvolta perverso), chi raggiunta una corporatura adulta si vendica di quanto subito, chi sviluppa problemi di altro genere…
    Anche la continua squalificazione dei ruoli femminili/materni (fregate, che svengono, che non capiscono etc.) mi dà da pensare sulla storia personale di chi scrive…

    Più che con "metodi scientifici" i figli vanno educati nell’amore, nel rispetto, con buon senso e dando loro sicurezza (anche attarverso le regole, di cui sono una grande sostenitrice). Sicuramente non con le botte, di nessung genere. Ma di questo ho già ampiamente parlato nell’articolo.

    Gli educatori per la maggior parte lavorano con bambini che non necessitano tutela, in nidi, materne e scuole dove le sculacciate sono bandite. Ben pochi vendono manuali.

    Vorrei infine rassicurare chi legge sul fatto che non mi risulta che in America tali pratiche vanno per la maggiore (non più di quanto avvenga in Europa) e sicuramente la letteratura scientifica statunitense (compresa quella maschile!) non sostiene la positività e l’efficacia di una simile "educazione"! Anzi, sono ampiamente documentati i risultati nocivi di tali pratiche.

  10. Gentile dr.ssa Irene Koulouris,

    Io sono un 44enne mentre l’utente Goku è un 19enne, lavoriamo insieme e abbiamo la medesima negativa opinione sulle campagne bambiniste. Per questo i nostri interventi le sono sembrati “in duplice copia”.
    A differenza di lui, io non sono mai stato sculacciato, quindi il “piacere sadico” nel mio caso non ha certo origine nelle sculacciate ricevute durante la mia infanzia. A me è sempre stato sufficiente il dialogo. Come padre, invece, a volte ho sculacciato mia figlia perché con lei non sempre bastava il dialogo.
    Non ho inclinazione sadiche e so che chi non ha cultura ed esperienza circa il particolare metodo di cui abbiamo parlato, è indotto a ipotizzarne.
    Naturalmente io stesso ritengo che i figli vadano educati nell’amore e quindi nel rispetto, con buon senso e dando loro regole e sicurezza. Ma le sculacciate applicate secondo il metodo suddetto, come sa bene soltanto chi ha ESPERIENZA in merito, non sono “botte”. So bene che gli educatori milleriani considerano anche il più leggero colpetto essere un gesto grave, facente parte della pedagogia nera. E ho capito che di questo lei ha già ampiamente parlato. Tuttavia io, pur bocciando la pedagogia nera, io non sono buonista e in virtù di ciò so distinguere bene il buon senso dal buonismo.
    Mi permetta di dirle che con “educatori” bambinisti, ovvero i responsabili della maleducazione infantile e della violenza giovanile, non mi riferisco certo a chi lavora con i bambini, nei nidi, nelle materne e nelle scuole, che anzi stimo, bensì a chi, come ad esempio la Antier, vende libri e assicura la sua poltrona politica cercando di far imporre ai governi leggi inutili e gradite solo dal 11,5% dei genitori e dal 13,5% dei bambini, come avrà sicuramente osservato dalla ricerca pubblicata da Save The Children (a pag. 166).
    Infine mi permetta di informarla che in America la “sculacciata sistematica” sopra descritta non è affatto poco comune, come ben sa chi in negli States e in Canada vive e ha figli.
    Ma, soprattutto, mi consenta di farle notare che la letteratura scientifica statunitense NON tratta il suddetto metodo. Il suddetto metodo NON è trattato da nessuna letteratura, in nessuna parte del mondo. I risultati nocivi ampiamente documentati a cui lei si riferisce, riguardano i maltrattamenti, gli abusi e le violenze generiche, NON le sculacciate. Non ci sono, ad oggi, ricerche e studi dedicati proprio alle sculacciate se non quello della Gunnoe di cui ho accennato qualcosa anche qui: https://www.mammeacrobate.com/index.php/component/content/article/25-home/251-educare-i-figli-senza-violenza e che ne dimostra gli effetti positivi. Si tratta di un metodo che solo pochi italiani conoscono e applicano. E’ un buon metodo, ma non può certamente esprimere giudizi obbiettivi chi non lo conosce.
    Infine, capisco che, qui in Europa, mettere in discussione ruoli definiti da decenni di stampa bambinista può risultare irritante alle lettrici italiane, tuttavia speravo (sbagliando) che anche forum femminile potesse servire ad esprimere opinioni, giuste o sbagliate che siano, invece che a fare la guerra per avere ragione a tutti costi. Pertanto la ragione gliela cedo tutta e abbandono il mio soggiorno in questa sede… augurandomi che il tempo e il denaro pubblico venga speso per ben altro tipo di iniziative: iniziative SERIE e utili a vantaggio di famiglie disagiate e bambini poveri, piuttosto che per l’interesse personale di politici e di educatori di un certo tipo.

    Buone convinzioni a tutti.

    Cordialmente,

    Ron

  11. anna chiara

    🙂 molto interessante questa discussione tra i signori Ron e Goku e la dottoressa.
    cerco di essere breve, parlo da pedagogista e da mamma: educazione come esempio, soprattutto, evitando la violenza e ascoltando i bisogni dei bambini. anche facendo scelte nel loro interesse, cosa che vedo fare molto poco. siamo tutti daccordo, credo. ma sono felice di sentire anche un parere discordante. vedo famiglie che vivono centrate sugli adulti, non capiscono i propri figli, non li ascoltano, poi però guai a dare una sculacciata…e allora c’è del buono in quello che dicono goku-ron, se anche la sculacciata, non la violenza aovviamente, è un modo per ESSERE ONESTI; VERI; SINCERI e non sempre cointrollati, intellettuali, posati e quindi falsi ….ben venga la sculacciata. i bambini sanno capire le nostre emozioni, e la cosa più pericolosa sono le persone insicure, che si rifugiano in teorie rigide perchè non hanno il coraggio di sbagliare da soli….questo fa male ai bambini come e più della sculacciata.

    • dr.ssa Irene Koulouris

      Si può essere onestissimi e sinceri e arrabbiarsi, quindi manifestare le proprie emozioni, ma essendo adulti e sapendo quindi controllare l’impulso del ricorrere alle mani. I bambini capiscono appunto l’emozione e imparano ad esprimerle in un altro modo.
      Se ci si infuria con un automobilista o un vicino o il prorpio fratello adulto ci si mette a darsi sculacciate anche se spesso si avrebbe voglia di picchiare?

      • anna chiara

        per carità…personalmente non amo le sculacciate…dico solo che nessuno è perfetto e non sempre il genitore che usa la sculacciata è un cattivo genitore, che ci sono modi molto più sottili ma altrettanto pericolosi per nuocere ai bambini , ma che non vengono stigmatizzati allo stesso modo: dai programmi televisivi, alla diseducazione alimentare, alla mancanza di educazione fisico-corporea, alla onnipresente competitività, al semplice non-ascolto, al vestirli come piccoli nani, al non lasciarli sbagliare da soli, alle separazioni dove i bisogni dei bambini sembrano non interessare nessuno. insistere sulla sculacciata, non intendo la violenza, ripeto, mi sembra un problema di forma. e come il signor Ron mi spaventa il “bambinismo” che molto spesso è solo un modo per non assumersi il proprio ruolo e le proprie responsabilità nelle scelte educative, salvo poi stare attenti a non farsi scappare la sculacciata. per tutto il resto, facciamo come se i bambini non ci fossero…o fossero piccoli adulti, destinati solo a comprare oggetti e fare a gara a chi ne ha di più. tutto qui.

        • direi che fra ‘bambinismo’ e il metodo delle sculacciate (trovo agghiacciante che ci sia qualcuno che teorizza che ci possa essere un metodo per le sculacciate, e quindi che queste possano essere programmate e premeditate come conseguenza di un comportamento sbagliato del figlio, e soprattutto con l’intenzione di fargli del male fisico) ci sono tante vie di mezzo. un genitore che non dà le sculacciate (o che megari come dice l’autrice dell’articolo le dà solo in occasioni rarissime e magari in un momento di disperazione in cui viene ‘spontaneo’) non è per forza un genitore permissivo, uno che non si assume le proprie responsabilità, che non fa scelte educative. magari riesce ad ottenere gli stessi risultati utilizzando altri mezzi. ma certo è più facile stroncare un comportamento di un figlio mettendoselo sulle ginocchia e facendogli venire il culetto rosso piuttosto che trovando il modo di fargli capire con le parole e i fatti che certe cose non vanno bene. educare i figli è faticoso, soprattutto a livelo psicologico. molti genitori però cercano la strada più facile e per me il permissivismo così come una troppa rigidità sono entrambe scorciatoie.

  12. valentina

    da mio padre ho ricevuto tante sberle ingiuste
    a 18 anni ancora mi dava gli schiaffetti sulle mani
    a 7 mi costringeva a portare la bavaglina

    schiaffi, ingiurie

    i figli si crescono con l’amore
    se sculacci tuo figlio per educarlo allora VA BENE
    è importante appurare che il ragazzo abbia ben compreso il motivo della punizione
    e senta che il genitore ha cura di lui

    non pichiate MAI per rabbia, non picchiate mai aggiungendo insulti irripetibili

    sono regole semplici

    una volta che il ragazzo è stato schiaffeggiato, o altrimenti punito…BASTA è inutile continuare a rinfacciargli l’errore commesso

    come mio padre ha sempre fatto con me
    arrivando a rimbrottarmi per cose accadute 15 anni fa

    il riultato del”educazione che mi è stata impartita?

    giudicate voi: non ho la minima fiducia nei miei genitori

    e ho cercato l’affetto nei miei amici
    fuori di casa

    sono stata autolesionista fino al tentativo di suicidio

    no ho mai conseguito il diploma e sono, a 30 anni, disoccupata e senza prospettive

    mi dedico ai miei hobbies spesso contro il volere dei miei genitori

    non avrò mai figli da coccolare

    eppure ho aiutato la mia famiglia anche economicamente in un peridoo di ristrettezze e di malattie

    sculacciate vostro figlio, poi abbracciatelo

    schiaffeggiate vostro figlio, poi parlategli

    altrimenti avrete lasciato le cose a metà

    • dr.ssa Irene Koulouris

      Mi dispaice molto per la striste storia di Valentina che invito a farsi aiutare a rielaborare le sofferenze passate per poter vivere un presente e un futuro più sereni.

      Ancora una volta concluderei dicendo che è auspicabile educare senza ricorrere alle mani. Non sculacciate e non schiaffeggiate (ancor peggio!) affatto. Sul perchè mi sono già ampiamente espressa

  13. ho una bimba di 4 anni e 1/2, sinceramente mi ritengo fortunata,ovvio fa capricci,ogni tanto disubbidisce,ma questo non è un problema,xchè cmq anche le maestre ne parlano bene.
    il problema è,che con me è + disubbidiente che con il suo babbo,e se le dico “non fare così,non mangiare la chicca prima di cena ecc” inizia con dirmi che sono brutta,cattiva ecc e prova a farmi paura facendo gli occhi cattivi,(senza fare la matta)ma pure questo,anche se non capisco xchè con me è diversa,non mi da fastidio…(premetto che suo babbo è spesso fuori casa x vari motivi,e che magari io a volte,esausta dalla giornata,le ho lasciato troppa libertà,non rimproverandola abbastanza)forse è proprio vero che,come dice il mio compagno,non le ho saputo dire di no spesso, e lei se ne approfitta un pò…il problema è che,quando disubbidisce o fa le storie nel momento di vestirsi o mettersi il pigiama(anzi,quando si impunta può capitare in qualsiasi momento della giornata,anche se questo capita molto raramente) sono spessissimo da sola,e visto che preferisco non alzare le mani,dopo aver provato a farle capire che tanto è una cosa che deve fare,cercare di parlarle con calma,ripetermi all’infinito, e lei continua,io esplodo in un urlo esasperato,terrorizzandola,così automaticamente,nel giro di qualche nano secondo si trasforma in un angioletto….quando sa d’aver sbagliato poi mi chiede scusa(ed io mi sciolgo sempre).solo stasera dopo l’ennesima “frigna”,e dopo il mio urlo “mega”ho continuato ad urlare urlare urlare,strano che il vicinato non abbia chiamato il tel azzurro…..ovviamente,presa dai sensi di colpa sono andata in camera,le ho spiegato che se mi comporto così,è solo x insegnarle quando è il momento di smetterla,le ho spiegato che preferisco urlare piuttosto che darle una sculacciata.so di sbagliare,e vorrei riuscire a non esplodere così,anche se dopo ripetuti “no”,ma come posso fare x farglielo capire,e soprattutto,vorrei sapere se rischio di farle venire delle paure,o se posso averla traumatizata(come dice il mio compagno).ah dimenticavo,non credo siano serviti a molto questi urli,xchè comunque in quei determinati casi,continua (non proprio tutti i giorni)a fare storie…grazie x aver perso del tempo a leggermi…

    • Io non sono mai stata sculacciata,comunque mi imbarazza la sola parola…..se sapessi che mio babbo mi ha sculacciata da piccola non riuscirei più a guardarlo in faccia…è umiliante ragazzi, io nn lo auguro a nessuno.
      Poi sulla pelle nuda, è da pazzi! Io ero timida, neanche da piccolissima mi cambiavo sul mare o mi facevo vedere da mio babbo.
      Uno schiaffo già è diverso, ovviamente con non tanta forza…(se non riuscite a gestire un bambino/a molto agitato/a è inevitabile )
      però io ero veramente intrattabile e avevo il vizio di voler predominare sugli altri quando parlavo, quindi ogni tanto venivo o relegata in bagno per punizione dal quale gridavo queste parole: ah me non me ne frega niente tanto qui ci sto bene ho il water l’acqua..ecc eheheh 😛
      Oppure è successo qualche volta che abbia ricevuto uno schiaffo e lì per lì ero incavolata eccome. Una volta, l ultima volta, non gli ho più parlato. Risultato(passata la rabbia) io non l ho più sfidato come quella volta( gli stavo intimando di uscire dalla stanza come se fosse lui il bambino ) e ora che sono grande e vaccinata non abbiamo più problemi e andiamo daccordissimo 🙂 il mio babbino , baciiii

  14. L’adagio “violenza genera violenza” è senza senso come dimostrano coloro che confondo continuamente tra esempio e imitazione come se in pedagogia l’apprendimento per imitazione fosse un concetto valido. Infatti se io sculaccio mio figlio lui capisce semplicemente che la mia è una forma di educazione e non un’azione violenta come una sfida a botte tra amichetti. Forse chi legge libretti milleriani e huntiani dovrebbe invece provare a farsi un titolo di laurea in psicologia, un’iscrizione all’albo, avere dei figli e lavorare come docente in una scuola elementare o media… come me, ad esempio.
    Alcuni vedono qualcosa di umiliante, orrendo e aberrante, da pazzi, nell’abbassare le mutande a un bambino e sculacciarlo. Mi è capitato di parlarne non solo su internet, su forum frequentati da genitori ed educatori, ma anche con svariate persone a quattro occhi, e la nudità del sederino sarebbe considerata per lo più come non necessaria perché la sculacciata sarebbe troppo dolorosa (ma lo dice sempre chi non prendeva sculacciate ma botte generiche o neanche quelle) e tuttavia c’è sempre qualcuno che la vedeva come qualcosa di morboso… alcuni arrivano perfino a usare il complimento “pedofilo” nei confronti di chi spoglia un bambino e già questo la dice lunga… e comunque dai loro ragionamenti si evince sempre qualche turba morale o, soprattutto, sessuale. Infatti per alcuni soggetti il sedere è motivo di eccitazione sessuale, quale che sia l’età dello sculacciato, in quanto lo ha sessualizzato in maniera deviata a causa del fatto che… indovinate quale? Va beh ve lo rivelo io: a causa del fatto che non riceveva le sculacciate da fanciullo e che se avesse ricevuto avrebbero evitato l’evolversi in lui di un’associazione dolore-piacere indirizzata a tale zona. Va da sé che i contrari alla cosiddetta “vecchia sana seduta” sono più o meno ossessionati da morbosità a livello più o meno inconscio che se coinvolgessero il bambino darebbero loro l’idea della pedofilia.
    La nudità dipende dalla cultura del momento e della località. Per noi (io, mio marito e i mie figli) il nudo è normale, è naturale, e so che una seduta al naturale fa sentire i miei figli maggiormente disponibili a riceverla in quanto si sentono più rassegnati e nel contempo più liberi. Altro che umiliante o morboso.
    Tenete conto che ciò che fanno tanti paladine del fanciullo, come quel personaggio su cui si fonda la filosofia di Alice Miller, sapete quel tipo super-esperto che sosteneva l’educazione cosiddetta “non-violenta”, tale Bruno Bettelheim, era convertire la propria pedofilia in un interesse scientifico per la psicologia dell’infanzia.
    Saluti

    • La mia domanda è: perchè darle sul sedere nudo addirittura e non sulle mutante. Io le ho sempre prese sulle mutande e non è stato affatto traumatizzante.

    • In casa nostra io e mia sorella ricevevamo le sculacciate raramente come punizione per qualcosa di “grosso”, qualche volta tra i 3 e i 4 anni e poi un paio di volte a 6, una a 7 e una a 8. Ricordo gli episodi perchè appunto sono pochi. E le sculacciate erano quelle a pancia in giù sulle gambe della mamma con le mutande abbassate. Nonostante i motivi ci fossero (una volta me ne ero andata senza dire nulla dai giardinetti per tornare a casa, un’altra avevo nascosto per la seconda volta nota presa in classe e cose così) non ho mai applicato questa punizione con i miei figli, non perchè particolarmente doloroso (sì, le raffiche si sculaccioni fanno male, ma non chissà cosa), ma perchè è effettivamente umiliante. Non lo associo al piacere, cosa c’entra? La trovo una pratica barbara, da gente ottusa che non capisce che i figli sono persone e non oggetti o estensioni si sè.

  15. Mia madre non mi ha mai sfiorato, ma mi ha letteralmente ucciso più volte con le parole. Mio padre mi ha dato le botte 5 volte dai miei 6 ai 10 anni ricoprendomi di lividi ed ematomi, spaccandomi labbra e capillari, a sberle, calci e pugni. Francamente non so chi dei due mi abbia fatto più male. So solo che li odio e che, anche immaginando che muoiano (per esempio in un incidente stradale o per un cancro), non provo alcun sentimento di pietà verso di loro.

    Ho 36 anni e dai miei 20 li evito, sono andato a stare per conto mio, non vado mai a casa dei miei e li sento al telefono il meno possibile.

    Tuttavia non sono un uomo violento, anzi, dicono tutti che sono anche troppo buono.

    Eppure non concordo con i principi dell’educazione “non violenta”, non la considero naturale, ma contro la natura umana. Secondo me si tratta soltanto di illusioni elaborate da teorie educative estreme, pensate non tanto per il bambino ma per chi sul bambino guadagna qualcosa (psicologi dell’infanzia, avvocati divorzisti).

    Mi dispiace, ma non condivido nè l’educazione dolce, nè lo schiaffo sporadico che alcuni sembrano accettare e che a me suonano solo come le 2 facce della violenza della stessa medaglia. Mia moglie? Educata da genitori che non l’hanno mai sfiorata, ma allevata a incentivi positivi, ricompense, affetto “empatico” sintonizzato con il bambino… ed è venuta su addirittura più triste di me.

    I nostri genitori non hanno mai nemmeno immaginato che esiste anche il metodo della “salutare sculacciata”, quello menzionato da alcuni anche anche qui e che io quanto mia moglie adotto con mio figlio di 6 anni. Abbiamo saputo di questo metodo, chiamato “seduta all’americana”, circa 2 anni fa grazie alla campagna anti sculacciate di Save the children e abbiamo deciso di sperimentarlo, adottandolo, e pertanto, potendo parlare con cognizione di causa, riteniamo che sia un buon metodo appurando sempre che non gli fa altro che bene. Violento? Umiliante? Davvero non ha senso che ne parlino male coloro che non solo non lo hanno “vissuto” ma nemmeno lo hanno mai applicato.

    Comunque ognuno li educhi come crede, raccoglierà ciò che ha seminato.

  16. Sono allibita………..

    guardate il sistema quanto “magna” su questa trovata di Save-the-children, considerate il giro di affari, pensate a quanta gente ci guadagna:

    Hanno aderito al Manifesto per un ‘ educazione senza violenza:

    * Giovanni Bollea, Professore emerito di neuropsichiatria infantile dell’ Università La Sapienza di Roma

    * Gustavo Pietropolli Charmet, Psichiatra presidente dell’Istituto Minotauro e Presidente del Centro Aiuto alla Famiglia in crisi e al bambino maltrattato (CAF)

    * Paola Di Blasio, Direttore del Centro di Ricerca sulle Dinamiche Evolutive ed Educative (C.R.I.d.e.e.), presso il Dipartimento di Psicologia, Università Cattolica del Sacro Cuore

    * Luigi Fadiga, già Presidente Tribunale Minorenni e Corte d’Appello, Sez. Minori

    * Fabrizia Bagnati, Presidente Unione Nazionale Camere Minorili

    * Franco Occhiogrosso, Presidente del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza

    * Franca Dente, Presidente Ordine Nazionale Assistenti Sociali

    * ANPE (Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani)

    * CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia)

    * SIP (Società Italiana di Pediatria)

    * CGD (Coordinamento Genitori Democratici)

    * Samuele Animali, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza – Ombudsman regionale delle Marche

    * Prof. Avv. Luigi Citarella, Presidente INDiMi e Membro del Comitato O.N.U. sui. Diritti dell’Infanzia

    * Lucio Strumendo, Pubblico Tutore dei Minori Regione del Veneto

    * Nunzia Lattanzio, Pubblico Tutore dei Minori Regione Molise

    Hanno già aderito le seguenti istituzioni/enti:
    120° Circolo Didattico di Roma, AIS Seguimi ONLUS, Associazione Bambini nel Tempo, Associazione Culturale Pediatri, Associazione Mamme Papà Separati Friuli Venezia Giulia Onlus, BabyConsumers, Centro Studi Hansel e Gretel Onlus, Comune di Bozzolo, Comune di Pistoia, Cooperativa Bambini nel Tempo, Cooperativa Solidarietà e Rinnovamento “Centro Antiviolenza Crisalide”, Coordinamento Minori e Giovani del Consorzio Sol.Co. Catania Rete di Imprese Sociali Siciliane, Donna & Mamma, Famiglia & Famiglia, Gruppo Nazionale Nidi Infanzia, NUOVA AIRONE SOC.COOP, Zona Terr. 4 ASUR MARCHE.

    Pazzesco, no?
    Eppure si tratta di persone che hanno studiato, che dovrebbero avere solide basi di psicologia e sapere che la violenza è una caratteristica umana per la sopravvivenza e che non è controllabile mediante principi e non-violenti e leggi buoniste. Dovrebbero sapere bene che tentare di educare un bambino senza violenza palese controllata significa sottoporlo a una violenza nascosta e meno riconoscibile che non potrà non esplodere ed essere difficile da individuare e controllare.

    In altre parole siamo alle solite: in nome della pace si manda avanti un mercato di violenza… proprio come le guerra e il sangue che da 20 anni, dal 1991, si ripetono ogni anno (attualmente in Libia) sotto il falso nome di “diritti umanitari” e “missioni di pace” giusto per mandare avanti l’industria bellica a vantaggio dei poco che guadagno grazie a tanta ipocrisia.

    Comunque mi sto impegnando all’università per istruire i miei compagni, potenzialmente futuri genitori sulle modalità secondo cui si può punire un bambino sculacciandolo. Sto spiegando loro qual è la procedura per eseguire una sculacciata.

    Grazie Save-the-children, se non fosse stato per la tua iniziativa, in futuro ci sarebbero stati meno genitori sculacciatori, invece così facendo, grazie anche a me, ci saranno più bambini sculacciati e meno violenti e infelici.

    Ciao a tutti,
    Lu’

  17. Insomma, più ci penso e più mi rendo conto che chi esige l’educazione non-violenta vuole soddisfare soltanto un conflitto morale che cova dentro di lui.

    E quindi siamo sempre alle solite: “vuoi fare un criminale? fai una legge”.

    Questa trovata di Save-the-children potrebbe essere un’occasione per riflettere su una ben nota questione, ossia: le leggi per la “tutela del fanciullo” servono a tutelare il fanciullo oppure a favore che egli commetta reati che i suoi genitori tenderanno a punire commettendo a loro volta un reato a causa di una legge che li incrimina per una bella dose di sculacciate?

    Ragazzi cari, se uno vuole fare una cosa, non c’è legge al mondo che glielo possa impedire, proprio come se è deciso a farla non c’è legge al mondo che lo possa obbligare.

    Una legge contro le punizioni corporali non modifica la mentalità della gente, ovvero non previene i maltrattamenti contro i bambini, non cambia il comportamento dei genitori violenti, serve soltanto a sanzionare una violenza che è già stata attuata. Di fatto, tutt’al più, potrebbe impedire qualche sculacciata, ma non la violenza vera e propria. L’esempio della Svezia si commenta da sé: da 32 anni, ovvero da quando vige il divieto, la violenza è PERENNEMENTE in aumento a tutti i livelli, da quello domestico a quello scolastico, perchè le leggi dipendono sempre dalle convenienze di chi le studia, non sono mai neutre. Lo Stato è l’espressione sociale di determinati rapporti di forza a livello economico e politico. E come tale si comporta.

    Poichè comunque ogni cittadino si avvale del proprio libero arbitrio, è su questo che conto affinchè ognuno debba sentirsi libero di educare i propri figli nel modo che egli riconosce essere il più adatto per loro a seconda delle loro risposte agli stimoli, stimoli incentivi e limitativi tra cui ben vengano anche tutte le sculacciate del caso quando dovessero servire e fargli bene.

    Ciao a tutti e cambio sito, sto facendo girare sul web tutti i messaggi favorevoli alle sculacciate, così si tende a vanifichiamo l’opera di “bene” di tutti questi sfruttatori che utilizzano il bambino e le insicurezze dei suoi genitori per spillare quattrini! 😉

    Lu’

  18. Manuela e Laura di MA

    Purtroppo quello che era un articolo che credevamo potesse solo portare a sani confronti tra genitori si è via via nei mesi configurato in diverso modo…
    Dubbiose se censurare o meno (non è il nostro stile… ma a volte le mani prudono…) ci teniamo a sottolineare che PRENDIAMO LE DISTANZE da certe posizioni che qui sopra abbiamo letto, da chi sostiene che è cosa buona e giusta sculacciare un bambino, che esiste addirittura un metodo efficace per farlo (e qui rabbrividiamo), che non sculacciare un bambino significa farlo crescere come un potenziale uomo violento da adulto (!!).
    Leggere molte di queste posizioni, benchè di base per noi rimanga il rispetto verso l’altrui pensiero e la libertà di espressione, ci fa male al cuore.
    Noi non “condanniamo” nessun genitore per il ricorrere ad uno sculaccione, non accettiamo però che questo venga fatto passare come un metodo educativo, perchè così non è!
    Non si può decidere di educare utilizzando la VIOLENZA (perchè di questo si parla).

    Questa discussione potrà anche continuare, ma ci tenevamo a dichiarare la nostra posizione a riguardo pur comprendendo i disagi delle persone che scrivono qui e dispiacendoci per queste storie di vita che non fanno che confermarci che la violenza, sotto qualsiasi aspetto, è davvero una piaga da sconfiggere con tutte le forze.

  19. Personalmente trovo estremamente subdolo il comportamento vessatorio contro i genitori, che è sicuramente di stampo politico di sinistra europeo, da parte delle organizzazioni come Save The Children e &.

    Un metodo efficace per sculacciare esiste ed è un metodo amorevole come ben sa chi lo conosce, solo che fa rabbrividire qualcuno perché chi è convinto della educazione “non-violenta” lo è esclusivamente per motivi morali, e di scientifico la morale non-violenta educativa non ha nulla, si tratta di informazioni manipolate per avere bambini violenti da curare così da mandare avanti il sistema dato che è provato dai fatti che sculacciare un bambino significa farlo crescere come un uomo sereno e che i bambini non sculacciati diventano violenti.

    Voi missionarie di NTIS, vi sentite depositarie della verità e con il vostro martellante vagliare il Web divulgando la vostra morale, non fate altro che violentare la libertà di chi non la pensa come voi.

    Voi non accettate che sculacciare sia fatto passare come un metodo educativo, perché tale non è secondo voi, eppure voi parlate esclusivamente per informazioni fasulle apprese da ricerche scientifiche di spiccata parte politica. Attingete da Alice Miller una scienza che tale non è se non commerciale. Voi NON ACCETTATE e volete imporre, e questo è il comportamento tipico di fare violenza che contraddistingue tutti quelli che parlano di non-violenza.

    Quindi, giusto per bilanciare un po’ la vostra tracotanza, prendo esempio da voi, dalla vostra violenza morale, per cui mi impegno a parlare di fatti a favore delle sculacciate nel Web, dimostrando come la violenza delle persone bambiniste come quelle di NTIS sia davvero una piaga subdola da portare alla conoscenza di tutti i genitori che andate terrorizzando.

    Saluti, sarete sconfitti dalle vostre stesse armi.

    • Io credo che questa tua risposta contenga tanta violenza molto più subdola di quella di cui tu accusi noi!
      Qui non si sta terrorizzando nessun genitore, stessa cosa non si può dire leggendo invece quello che tu e, sfortunatamente altri prima di te, hanno scritto a commento di questo articolo.

      Saluti.

    • Scusa ma di scientifico invece lo schiaffo cos’ha? che il bambino siccome è terrorozzato dal provare dolore ti ubbidisce? L’umiliazione e il dolore quindi secondo te sono “metodi educativi” ? persino con i cani non si usano più, pensa te se possono essere accettabili con dei bambini! E poi che c’entrano la destra e la sinistra, nella vecchia unione sovietica picchiavano quanto in Europa. Era legato a fattori che niente hanno a che fare con le posizioni politiche. Io non sono nè di sinistra nè di destra ma credo che l’autorevolezza e l’autoritarismo sia cose molto diverse. Dicono che chi le ha prese da piccolo sia più portato a ripetere ciò che ha vissuto e chi è cresciuto senza schiaffi (come me) riesca più facilmente a seguire una direzione di rispetto dell’altro e a trovare soluzioni che non devono essere di accondiscendenza ma semplicemente soluzioni diverse. Anche privare il bambino del suo gioco preferito per una settimana può avere un grande effetto! Lo schiaffo a mio parere resta un evento comprensibile ma non giustificabile legato a “situazioni limite” ma in generale credo che ci siano modi più efficaci che non ledono l’autostima del bambino e che un genitore ha il dovere di scegliere anche se lo schiaffo è più rapido e più “comodo” anche perchè probabilmente permette di sfogare il nervoso dell’adulto che in quel momento ha una reazione secondo me “infantile”, come il bambino piccolo con i compagnetti ecco l’adulto che picchia perchè non sa comunicare col bambino in un modo migliore!!! I miei genitori hanno sempre avuto tutto il mio rispetto e io ho sempre dato il massimo nella vita senza bisogno di essere minacciata da nessuno ma solo per amore. Uno scambio di opinioni tra adulti comunque non dovrebbe terrorizzare nessuno, al massimo crea quel sano dubbio che è fondamentale per continuare nella ricerca di metodi sempre migliori. Tu invece predichi che sia lecito terrorizzare un bambino con gli schiaffi per ottenerne il controllo… Un sano desiderio di confronto con altri adulti non è violenza è libertà d’espressione, dammi delle giustificazioni migliori sul tuo metodo e poi ne riparliamo.

  20. Ah, censurate pure, se volete, tanto ho già linkato e postato come immagine jpg questa bella pagina sia su usenet che su qualche altro sito.

    • Lauracrobata

      [quote name=”Ice72″]Ah, censurate pure, se volete, tanto ho già linkato e postato come immagine jpg questa bella pagina sia su usenet che su qualche altro sito.[/quote]

      libera di agire come meglio credi!

  21. Dott.ssa Irene Koulouris

    Credo di aver già ampiamente spiegato e motivato sia nell’articolo sia nei commenti il perchè le punizioni corporali andrebbero evitate e non costituiscono un metodo “educativo”, ma sono anzi controproducenti.
    Ringrazio chi ha citato gli eminenti sostenitori di quanto sopra, anche se l’elenco è stato fatto con altri intenti.
    Qui non si parla di nessuna Miller, ma di consolidate conoscenze derivate dalla clinica e non solo e fortunatamente l’intera comunità scientifica è concorde con tali principi (e non perchè “mangiamo” sulla pelle dei non-sculacciati… E’ putroppo vero il contrario. Ricordo inoltre che il 99% degli educatori lavora con bambini “sani” e ambisce ad avere in classe bambini sereni!).
    Chi sostiene che la violenza è intrinsecamente umana e non-controllabile dovrebbe lavorare sul proprio controllo degli imlulsi (guardacaso anche le leggi puniscono le aggressioni fiische! E dubito che gli stati traggano vantaggio da tutto ciò..) E per fortuna le leggi proteggono i minori dal “libero arbitrio” di certi adulti.
    Mi piace pensare che i commenti sopra siano frutto di un paio o due di mani che hanno replicato con nick diversi lo stesso concetto. Ma ancora di più vorrei pensare che la permanenza sul sito di tali raccapriccianti affermazioni non convinca qualche lettore/lettrice della loro attendibilità

  22. Sono davvero sconvolta da questa montagna di violenza e di finta educazione che emerge da certi post.
    Abbassare le mutande a un bambino per sculacciarlo non è educazione ma prevaricazione.
    Il resto sono frottole, balle e spero tanto, azioni da web-troll.

  23. “la procedura per eseguire una sculacciata”!!!!!
    ma siamo impazziti!!! sveglia!!! il tempo delle caverne è finito!!! neanche mia nonna che ha più di ottanta anni parlerebbe così!

    “la violenza è una caratteristica umana per la sopravvivenza e che non è controllabile mediante principi e non-violenti e leggi buoniste”
    ok allora sfoghiamoci tutti con quelli che ci fanno arrabbiare! adesso esco e vado a menare il mio vicino di casa con cui ho litigato l’altro giorno, e poi il mio datore di lavoro che mi sta antipatico e mi paga troppo poco! tanto la violenza è insita nella mia natura!
    ma cose da pazzi! 😥

    ancora educate i vostri figli pensando che siano delle bestioline “che non vi devono mettere i piedi in testa”…
    è di bambini che stiamo parlando, persone. e chi si permette di alzare le mani su un bambino, per qualsiasi motivo e in qualsiasi modo, con qualsiasi ‘tecnica’ ( 😮 mio dio!) è un prepotente che si sta approfittando del proprio potere e della propria forza. punto.
    scusate il tono ma su queste cose c’è poco da scherzare.
    grazie dottoressa per il bellissimo post! 🙂

  24. Sono bellissime le ulteriori risposte bambiniste perché in ogni passo esternano in modo evidentissimo che chi le scrive è intriso di ossessioni di tipo morale e perfino di turbe sessuali in quanto, quotando Rose: – Va da sé che i contrari alla cosiddetta “vecchia sana seduta” sono più o meno ossessionati da morbosità a livello più o meno inconscio che se coinvolgessero il bambino darebbero loro l’idea della pedofilia.

    Questa pagina viene letta recentemente da parecchi utenti bilingue italo-americani che ben conoscono le “sculacciate amorevoli” e si stanno sbellicando dalle risate grazie alla vostra “scienza” sulla non-violenza propagandata in modo violentissimo, fondata sull’ipocrisia politico-commerciale di Save The Children! 🙂

    Continuate così che siete una inesauribile conferma, ehehe…

    • MammeAcrobate

      Il tuo parere lo hai espresso molto bene, chi vorrà seguire i vostri metodi saprà dove trovarvi. Ora ti invito educatamente a spostare l’attenzione su altri siti e a non continuare con questa polemica postando citazioni di altrui persone che contengono offese e prese in giro.
      Qualsiasi altro messaggio offensivo, come le citazioni che avevi pubblicato, verrà rimosso.

      saluti.

  25. Ela, visto che tu nel leggermi capisci che io avrei detto che è lecito terrorizzare un bambino con gli schiaffi, è evidente che non sai assolutamente e non capisci letteralmente niente di sculacciate, proprio come nulla ne sanno tutte le utenti di NTIS (che sono le web-trolls campionesse mondiali di ossessioni e turbe mentali più famose del web italiano sul quale gironzolano per fare terrorismo mediatico contro i genitori, da brave comuniste di estrema sinistra) e la Koloris stessa che dice addirittura che in America la sculacciata e’ poco popolare…

    Ma come puo’ lei, dr.ssa Kolori, lei che è un’educatrice psicanalista, che dovrebbe avere cultura di sistemi educativi di tutto il mondo, dirlo e rassicurarlo? Sta facendo davvero una pessima figura.
    Io non ho ancora conosciuto nessuno, in nessuno degli Stati Uniti, che, almeno in età di scuola elementare, almeno una volta all’anno, non sia stato sculacciato di santa ragione sopra le ginocchia sul sedere nudo. Ovviamente qualcuno ci sara’, vi sono sempre le eccezioni, ma sara’ in una percentuale dell’1%, volendo prenderla largamente.

    A me risultano circa 2 genitori su 100 che non le approvano, in quanto io parlo di ciò che vedo nella vita “dal vivo” e non nei giornali, quindi parlando con i colleghi di lavoro, con i conoscenti, con gli amici, con i genitori dei compagni di scuola dei miei figli e dei miei nipoti, con i vari parenti che ho nei vari Stati degli USA.

    Altrove ho esternato la mia incredulità per i dati ricavati da Familyeducation secondo cui, alla domanda “Spanking at home: do you approve of spanking as a form of discipline?” avrebbe risposto “no” il 16% dei quasi 100.000 cittadini americani intervistati, e ho ipotizzato che una percentuale così alta, cioè 1 su 6, potrebbe spiegarsi con le risposte di alcuni figli che non approvano le sedute finché non saranno loro stessi genitori quando allora avranno cambiato idea.

    Ma ora mi rendo conto che la causa di una percentuale così alta di “no” può spiegarsi aggiungendo risposte non veritiere da parte di alcuni genitori intimoriti di fronte a una lotta mediatica e politica, palesemente minacciosa e ipocrita, quella di Save The Children, di cui non avevo ancora avuto notizia.

    Secondo me, allora, è probabilissimo che i dati divulgati da childtrendsdatabank, quelli che indicano solo il 77% degli uomini e il 66% delle donne favorevoli a fare “ogni tanto una sculacciata di santa ragione”, siano forniti in maniera manipolata, in modo da far credere che la funzione educativa delle punizioni sia in tendenza “abbandonatoria” anche in America.

    Ora, dopo aver osservato attentamente questa miriade di dati di ricerche anti-disciplina, mi sembra fin troppo evidente che le informazioni a sfavore delle sculacciate siano molto più numerose di quelle a favore in quanto la quasi totalità degli studi a sfavore parte dal presupposto che siano nocive ed è condotta con lo scopo di dimostralo. Ovvero si tratta di ricerche disoneste. Perché, infatti, disonesti sono coloro i quali si battono contro le sculacciate. Gli studi a favore, invece, non partono da presupposti e perciò sono condotti in modo obbiettivo. Conferma, quindi, che il favore delle sculacciate è onesto in tutti i sensi.

    E Cosmic trova – “agghiacciante che ci sia qualcuno che teorizza che ci possa essere un metodo per le sculacciate, e quindi che queste possano essere programmate e premeditate come conseguenza di un comportamento sbagliato del figlio” e aggiunge “soprattutto con l’intenzione di fargli del male fisico”, è oltremodo evidente che soffre alla grande di turbe bambiniste tanto da non capire una virgola di quello che legge.

    (Vi piace come rispondo alla vostra violenza verbale? Mi state insegnando a replicare con le vostre stesse tecniche violente).

  26. MammeAcrobate, ok, cambio sito, ma ti obbedisco da bravo ometto solo perché sono abituato a rispettare le decisioni di chi ha la responsabilità di un sito, quindi sscusa se ho letto solo ora il tuo messaggio.

    Ciao a tutti/e e buon proseguimento.

  27. Premetto che non sono mai stato picchiato, né castigato, né sgridato in modo aggressivo. Sono single, non ho figli e non desidero averne in futuro (anche perché sono prossimo alla pensione). Di conseguenza non mi esprimo né a favore né contro le punizioni, fisiche o meno. Intervengo soltanto perché sono uno dei pochissimi maestri della scuola elementare italiana e, come potreste verificare voi stessi, chiedendo informazioni a qualsiasi docente sessantenne, durante gli ultimi 20 anni pochissimi alunni sono stati picchiati dai genitori, eppure moltissimi sono sempre stati molto violenti. Viceversa, 40 anni fa avevo molti alunni che a casa veniva picchiati e tuttavia erano molto meno violenti. Questo solo per dovere di cronaca.
    A me non è mai scappato neanche uno schiaffo contro i miei alunni.
    Quanto dico non è finalizzato a sostenere un metodo piuttosto che un altro; non sono interessato a discute né di educazione “non violenta”, né di “programmazione” dei delitti e delle pene, per così dire, all’americana. (Solo per onestà di cronaca, posso aggiungere che mio fratello è docente in America e non posso che confermare quanto detto da coloro i quali hanno informato il forum circa la grandissima diffusione delle “sedute” genitoriali negli Stati Uniti).
    Possiedo una laurea breve in psicologia e un’altra in filosofia, ma penso che sia la mia esperienza a contare qualcosa, piuttosto che un paio di titoli di studio.
    Vorrei semplicemente invitare a riflettere chi nega che (riporto incollando) – “la violenza è una caratteristica umana per la sopravvivenza e che non è controllabile mediante principi non-violenti e leggi buoniste” – che non sono cose da pazzi, si tratta semplicemente della verità. Educare con dolcezza crea un adulto sereno su cento, 90 depressi e 50 violenti. Perché, sotto e dietro la dolcezza, si formano le fondamenta di altre forme di violenza.
    Pertanto mi sembra che siano stati interpretati male alcuni concetti (riporto incollando)
    – “Se mamme e papà gli danno le botte lui si sentirà autorizzato nel darle ai compagni. Come insegnargli che non si picchia nessuno se siamo noi i primi a farlo?”;
    A me, in 40 anni di insegnamento, è sempre risultato che chi prende le botte da un genitore non si è mai sentito autorizzato a darle ai compagni, a replicarle, anzi, ha sempre appreso il concetto opposto, cioè che picchiare non è bene; del resto è sempre perfettamente capace di concepire che il picchiare del genitore non è il picchiare del bambino, non è un confronto di forza, perché nessun bambino è mai stato così stupido da non capire la differenza tra quella che è una forza fisica di matrice punitiva e una di tipo combattivo o competitivo. In questo, quindi, il bambino non imita e se è violento lo è per altre cause.
    – “Se ci si infuria con un automobilista o un vicino o il propio fratello adulto ci si mette a darsi sculacciate anche se spesso si avrebbe voglia di picchiare?”; – “allora sfoghiamoci tutti con quelli che ci fanno arrabbiare! adesso esco e vado a menare il mio vicino di casa con cui ho litigato l’altro giorno, e poi il mio datore di lavoro che mi sta antipatico e mi paga troppo poco! tanto la violenza è insita nella mia natura!”
    In questo modo, invece, si ignora il fatto che il bambino non è un adulto educabile con i mezzi riservati agli adulti, proprio come l’adulto non è un bambino correggibile con una sculacciata. Davvero non è una questione di principio, ma di fatti. Sarebbe davvero paradossale sculacciare l’automobilista (che sarà “punito” con l’aumento del premio assicurativo) come lo sarebbe farci risarcire tremila Euro da un bambino. A età diverse, diversi provvedimenti.

  28. tu Lucio hai di certo dalla tua parte l’esperienza che è fondamentale per capire come “funzionino” certe cose. Ma ti chiedo. Tu sai e hai sempre saputo esattamente cosa avviene o avveniva nelle famiglie dei tuoi alunni? Sai chi veniva picchiato e come e chi no? Io davvero non voglio ne posso credere che chi viene aducato con dolcezza possa diventare un frustrato per questo motivo! Ma sono assolutamente certa che chi viene malmenato a scopo educativo ritenga che questo sia un metodo per ottenere determinate cose. Non crederò mai al contrario.
    Se mi gurdo intorno trovo assolutamente conferme a ciò.
    Non dico che sia automatico ci mancherebbe ma di certo aiuta.

  29. C’è un bel libro che potrebbe dare un’altra chiave di lettura all'”agitazione (chiamiamola così) di molti bambini di oggi e non ha niente a che fare con il picchiare o meno. Consiglio la ttura a Lucio ma anche a tuttigli insegnanti e genitori in generale, è uscito circa 2 anni fa, è di un neuropsichiatra infantile tedesco, e sta riscuotendo grande seguito, può essere illuminante, titolo: “Figli o tiranni?” l’ho prestato e non ricordo l’autore ma basterà il titolo. Ciao a tutti

  30. Ma no, figuratevi se ho sempre saputo con precisione esattamente quel che avviene o avveniva in tutte le famiglie dei miei alunni, ma non è assolutamente questo il punto, infatti neanche Save The Children può saperne qualcosa visto che ha fatto solo un migliaio circa di telefonate da qualche ufficio anziché aver vissuto all’interno di quel campione di famiglie. E consultare tanti esperti dell’educazione per capire un bambino non è diverso dal consultare altrettanti avvocati per capire una legge soggetta a infinite interpretazioni.
    Posso dire che quasi tutti i miei coetanei venivano malmenati a scopo educativo eppure quasi nessuno ritiene che ciò sia un metodo per ottenere determinate cose. Attenzione, quindi, a non confondere quelli che sono i concetti della coazione a ripetere.
    Io personalmente preferisco alla grande essere stato educato senza mai nemmeno una sberla, comunque, tanto per andare al lato opposto, un mio amico ha preso almeno una sberla al giorno da sua madre tra i suoi 3 e i suoi 18 anni, tant’è che l’unico giorno in cui non ne aveva presa neanche una, era talmente stranito che ha chiesto a sua madre come mai s’eran fatte le 8 della sera ed egli non aveva ancora rimediato una guancia rossa… e CIAF! Che dire? Un occasione persa. Comunque è sempre stato un tipo tranquillissimo, non ha mai avuto traumi e con sua madre ha sempre avuto un rapporto molto positivo.
    Se trovo qualcuno a cui scroccare “Figli o tiranni”, lo leggerò.
    Grazie della segnalazione.
    Buona giornata a tutte.
    Lucio

  31. Ciao a tutti, scusate se leggendo tutta questa lunga pagina la trovo un pò surreale…. cioè tutte queste parole solo per delle sculacciate??
    Intanto per prima cosa ho letto la ricerca di save the children e mi sembra che gli studiosi abbiano fatto un pò di confusione nei concetti e messo le sculacciate nel repertorio di tutte le zioni violente dalle pedate alle padellate in testa….
    Poi scusate ma quella di Lucio mi ha fatto pure da ridere perchè.. cioè scusa Lucio ma allora quel tuo amico gli piaceva avere la sua sberla quotidiana da sua madre (ahahahah!!) ….però la cosa non mi sorprende moltissimo perchè avevo alcuni compagni a scuola e cugini che volevano proprio prendersi una sberla dai genitori infatti dicevano: mo vado a mandare un pò fuori di testa mi madre che se sò fortunato me tira na pizza e dopo ve racconto se me piaciuta de più o de meno de l’artre volte! 😉 però io non ho mai capito cosa ci trovassero di piacevole a farsi dare una sberla… ma vabè tutti sono un pò strani a modo proprio.
    Comunque tutte queste cose contro le sculacciate normali mi sembrano solo esagerazioni…. infatti io sporadicamente le prendevo visto che ero un bambino come tutti i miei amici refrattari a qualsiasi strategia educativa, dal dialogo alle ricompense che anzi sapevo sfruttare ad arte per essere ancora più furbo, per cui mia mamma ogni tanto mi ammollava una raffica di sculacciate (cioè non le pedate al culo o le padellate in testa, ma proprio quelle vere date con la mano sul sedere con le mutande giù anche se a molti di voi fa ribrezzo questa idea) e se non mi prendeva perchè mi arrampicavo sull’albero spernacchiandola allora chiamava mio papà che veniva su con la scaletta e mi dava 2 raffiche direttamente nella capanna della salvezza (ahahahha mi viene da ridere ancora oggi perchè tanto i miei genitori non mi facevano mai un vero dolore insopportabile e dopo la raffica ero perdonato e già libero tant’è che ridevo perfino mentre mi sculacciavano). Sono sicuro che perfino la dottoressa Koulouris, se io fossi stato suo figlio, alla fine avrebbe deciso di sculacciarmi…. scommetiamo?? 😉
    Ciao e buon divertimento a tutti eheheh 🙂 🙂

  32. Ciao a tutti sono una mamma di una bambina di 2 anni; ultimamente sto vivendo il problema che mia figlia viene spesso presa a botte da un bambino suo coetaneo , figlio di una coppia che da frequentiamo da un anno.
    Io e mio marito non sappiamo come comportarci, perchè non sappiamo se sia giusto intervenire richiamando il bambino e fermandolo mentre la sta picchiando, davanti ai suo genitori.
    Inoltre mio marito , mentre era vicina a mia figlia e al bambino, nel momento in cui questo bimbo l’ha presa a schiaffi non è intervenuto , perchè ha paura di offendere i suoi genìtori , e di perdere un amico. Questo non lo trovo giusto! Potete darmi dei consigli su come posso intervenire nei confronti di mia figlia e nei confronti del bimbo?

    • dott.ssa Irene Koulouris

      [quote name=”BARBARA”]Ciao a tutti sono una mamma di una bambina di 2 anni; ultimamente sto vivendo il problema che mia figlia viene spesso presa a botte da un bambino suo coetaneo , figlio di una coppia che da frequentiamo da un anno.
      Io e mio marito non sappiamo come comportarci, perchè non sappiamo se sia giusto intervenire richiamando il bambino e fermandolo mentre la sta picchiando, davanti ai suo genitori.
      Inoltre mio marito , mentre era vicina a mia figlia e al bambino, nel momento in cui questo bimbo l’ha presa a schiaffi non è intervenuto , perchè ha paura di offendere i suoi genìtori , e di perdere un amico. Questo non lo trovo giusto! Potete darmi dei consigli su come posso intervenire nei confronti di mia figlia e nei confronti del bimbo?[/quote]

      I genitori di questo bambino non intervengono in alcun modo? Sono presenti quando il loro piccolo alza le mani?
      Credo che qui il “problema” sia nel rapporto con i vostri amici…
      Se la stessa cosa avvenisse con un bimbo “del parchetto”, figlio di sconosciuti, probabilmente sareste meno a disagio nel fermare il “picchiatore” o nel segnalare il fatto ai suoi genitori.
      Direi comunque di proteggere la bambina allontanandola e di potervi permettere un “non si fa” al figlio dei vostri amici.
      A 2 anni comunque è frequente e abbastanza “fisiologico” che i piccoli diano “le botte” ai coetanei. Sta appunto agli adulti man mano insegnare ad usare altre forme di comunicazione

  33. Mammeacrobate

    Ribadiamo che commenti offensivi e decisamente non costruttivi verranno insindacabilmente cancellati. Questo e’ un argomento molto delicato che vorremmo continuare a trattare con serieta’ e con discussioni intelligenti e non offensive. Non ci interessa discutere con i sostenitori della sculacciata educativa (che peraltro noi NON sosteniamo, anzi), non e’ questo il luogo. Questo e’ un luogo di pacato e sereno confronto tra mamme. Grazie!

  34. Cara Dottoressa, navigando su internet alla ricerca di una risposta al mio problema “perchè non riesco a gestire le crisi isteriche di mio figlio?” mi sono imbattut anel suo articolo che leggo con molto interesse. Mi spiace però dover leggere, poi, certi commenti, e soprattutto apprendere che c’è gente che ha ancora un modo di vedere tipico dei “film” americani e non della realtà. Volendo venire al dunque, vorrei capire come fare a gestire un bambini di 26 mesi al quale, in questi 26 mesi è stato concesso di tutto di più armandosi di tanta pazienza, il cui unico risultato è che ogni 5 minuti c’è qualcosa che non va, come se ti stesse dicendo :non sarò felice nemmeno se mi porti la luna? Ho vissuto l’esperienza di mio nipote sculacciato a più non posso e ho preso esempio cercando di non fare gli stessi errori perchè l’unico risultato che ho visto è statoun tic nervoso agli occhi, per il resto secondo me ha fatto tutto l’asilo visto che adesso che ha 5 anni non è più violento come prima ne testardo. Allora mi conforto e penso: crescerà anche mio figlio.Il problema è che certe volte, in certe situazioni, è davvero ingestibile. Giornata tipo di mio figlio: andiamo al parco giochi, l’altalena dopo mesi di amorevole passione, non va più bene, adesso si pretendono le giostrine a pagamento. Dopo 7 giri di giostrine in cui gli ricordavo che era sempre l’ultimo giro e poi si andava via, scatta la crisi isterica, cerco di distrarlo di nuovo con l’altalena posta in un luogo vicino ma non visibile alle giostre, ma non ci vuole salire e pretende di entrare nell’edicola vicino per comperare il solito giornalino già comprato in questo mese e distrutto al primo giorno. Quando mi impongo e gli dico di no, che non si può fare eprchè ce l’ha già e non bisogna entrare nell’edicola, partono schiaffi, graffi, morsi, tirate di capelli, una lotta per infilarlo nel passeggino, e qui cedo alla tentazione di una sberla perchè so che se non gliela dò non avrò mai l’effetto di calmare la biscia che è in lui per poterlo sistemare nel passeggino. si calma per 5 minuti, provo a cambiare rotta anzichè andare all’edicola ed inizia a dare testate nel telaio del passeggino facendosi male. Tutto ciò che vede lo vuole, in qualsiasi negozio. Quando sfinita,dopo aver tentato di passare qualche ora piacevole tra giostrine e passeggiata, mi dirigo alla macchina e li, nemmeno il tempo di sederlo nel sediolone che sto per mettergli le cinture, si dimena come una biscia, mi picchia, mi dà i morsi perchè non vuole essere legato.
    (perchè il padre spesso non lo lega solo che lui ha le sicure per i bambini, io no!). Ovviamente non riesco a fargli capire che certe cose non le può fare perchè non sono giuste nemmeno quando le fa il papà. Non riesco a farglielo capire, e anche qui, pur di legarlo nel sediolino, parte una sberla. Forse queste sberle andrebbero date al papà anzichè a lui, forse sono troppo autoritaria con entrambi, forse mi impongo poco perchè non è nel mio carattere impormi. So che alla ludoteca tanti atteggiamenti non li ha ed infatti è peggiorato in questo mese di agosto che non ci sta andando. Ormai mi faccio mille domande e mi chiedo se riuscirò mai a recuperare mio figlio senza dovergli necessariamente ogni giorno dargli qualche sberla. Aggiungo che prima che arrivi a dargli una sberla ce ne vuole, perchè le provo tutte. Intanto io sono disperata e non so più come comportarmi. A volte ho paura di una mia reazione estrema: non riesco a gestire mio figlio da sola per più di due giorni tanto mi esaurisco, al terzo giorno o ricorro all’aiuto di mia mamma o di mia suocera. E vedo che anche con loro non è che sia più calmo. lo è solo con il padre che gli fa fare tutto quello che vuole, ma è giusto agire così? va bene accontentarlo nelle sue mille richieste giornaliere purchè non picchi e non si picchi da solo, o va gestito con i no con conseguenti crisi di isterismo incontrollabile?

    • dott.ssa Irene Koulouris

      [quote name=”Splin”]”perchè non riesco a gestire le crisi isteriche di mio figlio?” di 26 mesi al quale, in questi 26 mesi è stato concesso di tutto di più armandosi di tanta pazienza, il cui unico risultato è che ogni 5 minuti c’è qualcosa che non va, come se ti stesse dicendo :non sarò felice nemmeno se mi porti la luna? Giornata tipo di mio figlio: andiamo al parco giochi, l’altalena dopo mesi di amorevole passione, non va più bene, adesso si pretendono le giostrine a pagamento. Dopo 7 giri di giostrine in cui gli ricordavo che era sempre l’ultimo giro e poi si andava via, scatta la crisi isterica, cerco di distrarlo di nuovo con l’altalena posta in un luogo vicino ma non visibile alle giostre, ma non ci vuole salire e pretende di entrare nell’edicola vicino per comperare il solito giornalino già comprato in questo mese e distrutto al primo giorno. Quando mi impongo e gli dico di no, che non si può fare eprchè ce l’ha già e non bisogna entrare nell’edicola, partono schiaffi, graffi, morsi, tirate di capelli, una lotta per infilarlo nel passeggino, e qui cedo alla tentazione di una sberla perchè so che se non gliela dò non avrò mai l’effetto di calmare la biscia che è in lui per poterlo sistemare nel passeggino. si calma per 5 minuti, provo a cambiare rotta anzichè andare all’edicola ed inizia a dare testate nel telaio del passeggino facendosi male. Tutto ciò che vede lo vuole, in qualsiasi negozio. Quando sfinita,dopo aver tentato di passare qualche ora piacevole tra giostrine e passeggiata, mi dirigo alla macchina e li, nemmeno il tempo di sederlo nel sediolone che sto per mettergli le cinture, si dimena come una biscia, mi picchia, mi dà i morsi perchè non vuole essere legato.
      (perchè il padre spesso non lo lega solo che lui ha le sicure per i bambini, io no!). Ovviamente non riesco a fargli capire che certe cose non le può fare perchè non sono giuste nemmeno quando le fa il papà. Non riesco a farglielo capire, e anche qui, pur di legarlo nel sediolino, parte una sberla. Forse queste sberle andrebbero date al papà anzichè a lui, forse sono troppo autoritaria con entrambi, forse mi impongo poco perchè non è nel mio carattere impormi. So che alla ludoteca tanti atteggiamenti non li ha ed infatti è peggiorato in questo mese di agosto che non ci sta andando. Ormai mi faccio mille domande e mi chiedo se riuscirò mai a recuperare mio figlio senza dovergli necessariamente ogni giorno dargli qualche sberla. Aggiungo che prima che arrivi a dargli una sberla ce ne vuole, perchè le provo tutte. Intanto io sono disperata e non so più come comportarmi. A volte ho paura di una mia reazione estrema: non riesco a gestire mio figlio da sola per più di due giorni tanto mi esaurisco, al terzo giorno o ricorro all’aiuto di mia mamma o di mia suocera. E vedo che anche con loro non è che sia più calmo. lo è solo con il padre che gli fa fare tutto quello che vuole, ma è giusto agire così? va bene accontentarlo nelle sue mille richieste giornaliere purchè non picchi e non si picchi da solo, o va gestito con i no con conseguenti crisi di isterismo incontrollabile?[/quote]

      Cara Splin, da quelo che scrive il problema sembra proprio, come lei stessa dice, riuscire a mantenere calma e fermezza col bambino, riuscire a contenerlo restando coerente.
      Perchè annunciare 7 volte che quello sarà l’ultimo giro in giostra per poi concederne ancora? E come mai lei va in crisi nel dire NO ad un giornalino già comprato?
      Suo figlio di trova in un età spesso definita “terribili due” in cui i piccoli hanno bisogno di “fare i capricci”, ovvero di imporre la propria identità, sfidare i genitori e affermare la propria personalità. Hanno estremo bisogno di essere “contenuti” e sentire che i genitori sono “forti” e resistono ai loro attacchi. Servono regole ragionevoli e soprattutto corerenti. Se si dice di no a qualcosa o si annuncia che quello è l’ultimo giro in giostra o che non si comprerà nulla in edicola così dev’essere, senza cedimenti rispetto a quanto detto al bambino.
      La sberla al bambino è una risposta fallimentare al suo bisogno di trovare dei paletti c

      • dott.ssa Irene Koulouris

        (mi ha inviato una risposta incompleta, non riesco a modificare il post)

        ..che il bambino ha bisogno di sentire come solidi e fermi. Se lei perde il controllo e reagisce con violenza sara’ difficile “insegnargl” a simbolizzare la rabbia e canalizzarla in altre forme di comunicazione e reazione. Ma soprattutto sentendo lei infuriata e in crisi per quanto lui ha provocato si sentirà a sua volta ancra più perso e in crisi.
        Forse in ludoteca trova quei limiti sereni e vi si adegua con più tranquillità e inoltre lì non ha nessuna persona importante da mettere alla prova..
        MI sembra di capire che la situazione familiare non è molto serena e forse il piccolo ne risente (in auto i bambini vanno legati SEMPRE nei seggiolini omologati per età, indipendentemente dall’esistenza delle sicure! Su questo DEVE imporsi e far capire l’importanza di legarlo adeguatamente e senza eccezioni).
        Le auguro di riuscire innanzitutto a trovare serenità e sicurezza in se stessa e nella coppia e di riuscire a trasmettere a suo figlio che sa resistere ai suoi attacchi e contenerli senza farsene travolgere. La invito a impegnarsi a mantenersi coerente nelle regole che decide di dare (poche ma ferme), evitare le sberle e capire cosa fa sì che spesso le sia più facile “cconcedere di tutto di più” piuttosto che reggere le conseguenze di un rifiuto.
        Comunque questa è una fase difficile per tutti, una sorta di proto-adolescenza dei più piccini che quasi sempre migliora verso i 3-4 anni anche grazie all’acquisizione di un linguaggio più maturo che rende capaci di comunicare in altro modo.

        • Cara Dott.ssa grazie per la sua risposta. Certamente che affinchè arrivi a dargli una sberla tenti tutte le strade possibili e immaginabili, e va bene finchè non è lui a darle a me,ma quello ke proprio non tollero è ilfatto che, nonostante io non sia abituata ad usare le mani, lui sia violento nei confronti miei e di chi lo contraddica! A volte si accanisce nel picchiare come un toro infuriato, devo scappare da lui, chiuderlo in una stanza o chiudermi io altrimenti da calci pugni e morsi in ogni parte del corpo.Ioquesta cosa non la capisco e non la tollero. Fa sentire male le persone. Io e il papà siamo pieni di graffi e morsi. E se reagiamo con una sberla dopo stiamo male xkè accusiamo il peso del fallimento.

  35. Gentilissima dott.ressa o un problema con mia figlia di 15 , alza le mani a mia moglie e gli dice sempre parolaccie, addirittura mentre che io tornavo dal lavoro la sento dire puttan……. a mia moglie, io vedendo cio le do un schiafo e la mando a letto, pero lei continua sempre mi dice mia moglie, io le o tolto cellulare e pc, ma lei chiama il telefono azzuro dicendogli che e piena di lividi, e mi mandano i carabinieri, ma loro vedono subito che a detto una bugia e se ne vanno, pero prendono i documenti di mia moglie e telefono,
    poi mia moglie trova dei foglietti scritti da mia figlia, in cui si vede palesamente che l’amica gli a dettato come fare con il telefono azzurro, e per do più, come rubbare soldi e organizzare la fugga da casa mia a casa sua. non so cosa fare. centilmente mi può consigliare? un cordiale saluto angelo.

    • Elisa Capuano

      Caro Angelo,
      posso immaginare la difficoltà di una situazione come quella che state vivendo e la tua sensazione di non sapere come fare. Forse tua figlia con questo suo comportamento vuole comunicarvi un disagio che non riesce a comunicare in altro modo, a quest’età spesso si reagisce a un proprio malessere con reazioni aggressive e distruttive. Anche se capisco che l’esasperazione e la sensazione di impotenza a volte possano portare a perdere la pazienza, il mio consiglio da educatrice è di evitare di reagire con schiaffi o altre punizioni fisiche, primo perché rischiano di far aumentare la rabbia di tua figlia e la sensazione di non essere compresa, allontanandola ulteriormente, secondo perché così rispondi allo stesso suo modo. Se lei alza le mani a tua moglie perché è arrabbiata e tu lo fai a tua volta con lei, è come se le passassi il messaggio che è un modo “normale” di manifestare rabbia e frustrazione. Se vogliamo che i nostri figli evitino determinati atteggiamenti, siamo noi i primi a non dovervi ricorrere. Quello che ti posso dire è che quando ci accorgiamo che da soli non ce la facciamo, non bisogna vergognarsi a chiedere aiuto e credo che rivolgervi a un’esperto possa aiutare tutta la famiglia. Di dove siete? Se vuoi ci puoi scrivere in privato a info@mammeacrobate.com così da capire insieme se nella tua città ci sono centri dedicati all’adolescenza o altri servizi simili. Facci sapere! un caro saluto

  36. Pingback: In Italia la sculacciata ai figli si può dare? | Mammeacrobate

  37. daniela

    perche quando un bambino viene picchiato , ma non presenta ematomi , quiesto non nviene ritenuto importante da assisttenti o psicologi